Anna Esposito: spunta la pista dell’omicidio
Correva l’anno 2011, una mattina di marzo, il 12 di marzo, un mistero. Morta impiccata Anna Esposito, giovane donna dirigente Digos di Potenza, 35 anni. Un suicidio, forse. Il suo corpo viene trovato impiccato alla maniglia della porta del bagno nel suo alloggio nella caserma Zaccagnino.
Per anni si è parlato di suicidio ora, adesso a 13 anni dalla morte si parla di omicidio, forse. Sul fatto che il suicidio fosse sempre stato anomalo è anni che se ne parla. Difficile impiccarsi ad una porta.
Sulla Stampa si trova una nuova descrizione su come è stata trovata Anna Esposito “sembrava seduta a terra, ma il corpo era sospeso di pochi centimetri e l’ansa di scorrimento del cinturone invece che nella parte posteriore del collo era sul lato destro.” Alcuni altri sospetti potrebbero arrivare da alcune pagine mancanti nell’agenda di Anna, da un abito da sera trovato sul letto . Forse prima dell’arrivo della Polizia, si sospetta, qualcuno avesse perquisito l’alloggio di Anna. Chi?
In tutto si intercetterebbe di nuovo il caso Claps. Così si legge sul TGCOM 24, ” Un altro inquietante sospetto, anche se al momento escluso dalla procura, sarebbe venuto dall’ipotesi di un collegamento con il caso Claps: Gildo Claps, fratello di Elisa, scomparsa nel 1993 e ritrovata cadavere nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, ha raccontato infatti di una telefonata ricevuta proprio da Anna Esposito per fissare un appuntamento. L’incontro sarebbe dovuto avvenire il giorno stesso della morte della poliziotta. Secondo la madre di Anna, la figlia le avrebbe rivelato che qualcuno nella Questura di Potenza sapeva dove fosse sepolta Elisa.”