Società

Letture in Comune, appuntamenti a Roma

VirnoLunedì 3 marzo 2014, ore 13.00

Paolo Virno legge Il perturbante di Sigmund Freud

Biblioteca Vallicelliana

Piazza della Chiesa Nuova, 18. Roma

Ingresso libero

 

Martedì 4 marzo 2014, ore 20:00

Paolo Virno legge «Spazio di esperienza» e «orizzonte di aspettativa»: due categorie storiche di Reinhart Koselleck

Biblioteca Angelica

Piazza Sant’Agostino, 8. Roma

Ingresso libero

 

 

 

Studio Roma, programma transdisciplinare sul contemporaneo, ha deciso di accogliere le Letture in Comune, sviluppate inizialmente dalla Libera Università Metropolitana, tra le proprie attività di questo anno, per sollecitare una ricerca basata sulla partecipazione attiva, il dialogo e la discussione collettiva. Nella crisi economica, politica e sociale nella quale viviamo, la lettura di Paolo Virno de Il Perturbante di Freud può assumere una forza originale: ci permette di sottolineare l’ambivalenza che una situazione critica porta con sé, dove non vi è altro riparo se non quello che lo stesso pericolo delinea, dove ciò che ha assolto a una funzione protettiva e di sicurezza si trasforma in pericolo. Le trasformazioni del presente, imposte dalla crisi, saranno ulteriormente delineate afferrando, attraverso la lettura del saggio di Koselleck dal titolo «Spazio di esperienza» e «orizzonte di aspettativa»: due categorie storiche, lo smottamento delle condizioni di possibilità dell’esperienza e, di conseguenza, della storia stessa.

I luoghi scelti per quest’attività di Studio Roma e per sollecitare una riflessione sul testo sempre più partecipata e motivata sono la Biblioteca Vallicellina e la Biblioteca Angelica di Roma.

 

Lettura in Comune

«Può darsi che evitasse di leggere ad alta voce per non essere costretto da un uditore curioso e attento a spiegare qualche passaggio eventualmente oscuro dell’autore che leggeva, o a discutere qualche questione troppo complessa: impiegando il tempo a quel modo avrebbe potuto scorrere un numero di volumi inferiore ai suoi desideri» (Agostino, Confessioni, VI. 3.4).

 

La lettura in comune era la forma elementare dell’apprendere come processo critico: la modalità più consona a favorire dapprima il passaggio dal non-conosciuto al conosciuto, ma anche e soprattutto ad aprire il colloquio, a sollecitare e a dare corpo al dialogo e alla discussione, rendendo immediatamente confrontabili le diversità e le differenze nell’approccio e nell’interpretazione – quella che permetteva di dare risposte in tempo reale ai problemi di comprensione di un testo, quella capace di anticipare domande e osservazioni e di proporre soluzioni immediate, condivise o almeno condivisibili.

 

Da sempre un luogo di elaborazione critica e creativa della conoscenza, da sempre strumento di unificazione delle esperienze sparse, forma di connettività tra reazioni e riflessioni altrimenti irrelate.

Un esperimento, quello che proponiamo, che si rivolge a un circuito largo e cittadino di lettori e di “cultori della materia” per andare oltre la sola “proprietà individuale” di un testo.

Per dare privilegio e corpo collettivo al concetto e alla tesi che vengono prima della dottrina, per aprire il linguaggio dell’accademia a un confronto con una parola più agile e immediata, meno tecnica ma emotivamente motivata e partecipata, per scoprire o riscoprire insieme (prima di ogni possibile “rilettura”) il progetto e l’intenzione dell’autore, ciò che è detto e che vuole essere detto.

 

Paolo Virno

Filosofo, ha insegnato Etica della comunicazione presso l’Università della Calabria, attualmente è docente di Filosofia del linguaggio presso l’Università di Roma Tre. A partire dagli anni Settanta è stato redattore di numerose riviste di teoria politica radicale e di filosofia. È tra gli animatori della Libera Università Metropolitana (LUM) di Roma. Tra i suoi libri: Convenzione e materialismo (Theoria 1986); Il ricordo del presente (Bollati Boringhieri 1999); Grammatica della moltitudine (Derive Approdi, 2002); Quando il verbo si fa carne (Bollati Boringhieri 2003); Motto di spirito e azione innovativa (Bollati Boringhieri 2005); E così via, all’infinito. Logica e antropologia (Bollati Boringhieri 2010); Saggio sulla negazione. Per una antropologia linguistica (Bollati Boringhieri 2013).

 

Lunedì 3 marzo 2014, ore 13.00 – Biblioteca Vallicelliana – Piazza della Chiesa Nuova, 18 – Roma

Paolo Virno legge Il perturbante di Sigmund Freud

Nel chiarire che il perturbante non è, come si potrebbe pensare, l’inconsueto, scrive Freud: perturbante è quella «sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare». Più esattamente, perturba il riaffiorare inaspettato della ripetizione di ciò che ebbe «funzione apotropaica» (allontanare, tenere a distanza la paura), ma che in seguito fu rimossa (se infantile) o superata (se arcaica). A differenza di Freud, Virno ci propone del perturbante una lettura in chiave etico-politica. Perturbante, nella scena contemporanea, è «l’acuta minaccia che promana da rifugi attualmente frequentati, ovvero il pericolo che scaturisce da talune “reazioni” alla pericolosità del mondo-contesto. Agio è la protezione dal perturbante, ovvero quel riparo di secondo grado che salvaguardia dai ripari distruttivi» (Virno, Mondanità).

 

Biblioteca Vallicelliana

Opera di Francesco Borromini, viene istituita nel 1565 a opera della Congregazione dell’Oratorio ed è aperta al pubblico dal 1581. In base alla regola oratoriana, i pasti dovevano essere accompagnati dalla lettura e dalla discussione dei testi religiosi. La Biblioteca accoglie i manoscritti della Riforma e della Controriforma – gli oratoriani erano, infatti, noti censori – gli studi medievistici e numerosi volumi in ambito umanistico, tra cui i testi dei commentatori di Aristotele, l’antico fondo musicale degli Oratoriani. Dopo aver subito un grave saccheggio durante l’occupazione francese, dal 1883, la Biblioteca acquisisce volumi sulla storia della città di Roma e della sua provincia. Nel salone Borromini sono conservati circa 40mila volumi del fondo antico a stampa, tra cui il repertorio laudistico in cui figura Francesco Soto, e un nucleo di incunaboli. Il ricco archivio fotografico contiene foto stereoscopiche delle ditte Neue Photographische Gesellschaft di Berlino o la Underwood & Underwood di New York, risalenti al diciannovesimo secolo, oltre a serie che documentano paesi extra-europei.

 

Martedì 4 marzo 2014, ore 20:00 – Biblioteca Angelica Piazza Sant’Agostino, 8 – Roma

Paolo Virno legge «Spazio di esperienza» e «orizzonte di aspettativa»: due categorie storiche di Reinhart Koselleck

Nel saggio del 1975 dal titolo «Spazio di esperienza» e «orizzonte di aspettativa»: due categorie storiche Koselleck definisce le condizioni di possibilità, categorie “metastoriche” antropologicamente fondate, della stessa storia. Esperienza e aspettativa, infatti, sono gli assi, l’ascisse e l’ordinata, all’interno dei quali la storia si presenta. Con le parole di Koselleck: «categorie gnoseologiche che aiutano a fondare la possibilità di una storia. In altri termini: non esiste storia che non sia stata costituita da esperienze e aspettative degli uomini in quanto agiscono e subiscono». Nella sua lettura del testo di Koselleck, Paolo Virno ci proporrà di afferrare la contemporaneità nella quale siamo immersi, quella segnata dal bio-capitalismo e dalla sua crisi, come l’epoca in cui queste stesse condizioni di possibilità vengono meno.
Biblioteca Angelica

Fondata nel 1604 dal vescovo agostiniano Angelo Rocca, è stata la prima biblioteca europea aperta la pubblico, senza limiti di stato o di censo.

I lasciti dei nobili romani e del custode della Biblioteca Vaticana Lukas Holste costituiscono il primo fondo di questa istituzione che, per la sua inedita apertura alla città, desta un immediato interesse e acquisisce una vasta fama. Nella seconda metà del Settecento, l’architetto Luigi Vanvitelli ristruttura il salone e l’intero l’edificio, al contempo, viene steso il catalogo delle opere a stampa. In seguito alle vicende repubblicane, la Biblioteca è acquisita dallo Stato italiano che, sin dal 1873, ne accresce notevolmente il patrimonio librario, tra cui si annoverano diecimila volumi dell’Accademia Letteraria dell’Arcadia.

 

Per il programma completo di Studio Roma consultare il sito www.studioroma.istitutosvizzero.it

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