Economia

Fima: contrasto all’ illegalità tra il dire e il fare delle organizzazioni sindacali agricole

E’ singolare che le organizzazioni sindacali agricole, da un lato, vogliano smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità, attraverso l’ istituzione di Osservatori sulla criminalità agroalimentare, dall’ altro, impediscano ai propri allevatori di potersi riunire e discutere liberamente di temi che attengono proprio alla trasparenza e alla legalità di certi comportamenti. Lo dichiara Saverio De Bonis, coordinatore della Fima, federazione italiana movimenti agricoli

E’ successo infatti a Vicenza dove gli allevatori di conigli, come ha riportato un articolo di stampa, hanno ruggito per davvero non solo per il prezzo dei conigli, ma per la democrazia e la libertà di riunione.

Nel mirino, infatti, non solo l’Europa e la Borsa Merci di Verona ma anche le sigle sindacali, accusate dai presenti di immobilismo, di dare poche informazioni e di essere più impegnate ad annullarsi che a rappresentare gli interessi della categoria.

Parole pesanti, tra l’esasperazione di tanti e la rassegnazione di alcuni. I commissari della commissione unica nazionale che hanno organizzato l’ incontro, trasversale agli schieramenti sindacali, sono stati costretti ad intaccare la suscettibilità dei loro stessi dirigenti sindacali, ostili all’ organizzazione dell’ evento. Il manipolo di dissidenti è salito così sull’Aventino berico non senza aver incassato un primo “schiaffo”, in qualche modo cartina di tornasole della situazione.

Lo racconta proprio Campedelli al giornalista del Giornale di Vicenza: “Avevamo ottenuto da Arav, l’associazione regionale degli allevatori del Veneto, una stanza per riunirci, ma il giorno prima ci è stata negata perché hanno ritenuto che il nostro incontro fosse sindacale”.

E’ più grave la crisi di mercato o l’ immobilismo delle organizzazioni sindacali, si chiede la Fima? Gli allevatori sono costretti a difendersi da soli perché la situazione di mercato è grave e anomala e le organizzazioni sindacali non aiutano le aziende in difficoltà. Innanzitutto c’è il fenomeno dell’ importazione selvaggia: i conigli arrivano dall’ estero e sono spacciati come italiani. Questo si riversa sul prezzo e mette gli allevatori sotto ricatto dei macellatori che importano a prezzi sotto i costi di produzione e sono pure presenti nelle commissioni nazionali.

Gli allevatori – sottolinea la Fima – chiedono pertanto l’ obbligo di etichettatura, con l’ indicazione del luogo dove l’ animale è nato, cresciuto ed è stato allevato così come previsto a Bruxelles per tutte le altre carni. Ma non per i conigli stranamente dimenticati dal legislatore…e dalle organizzazioni di rappresentanza!


Poi – aggiunge De Bonis – c’è tutta la vicenda legata al cattivo funzionamento delle borse merci di Padova e Verona e della stessa Cun. La Commissione prezzi di Padova da alcuni mesi ha chiuso la propria attività per evitare inutili duplicazioni con la Cun nazionale, mentre Verona continua a sovrapporsi alle attività della Cun nazionale e non ha alcuna intenzione di seguire l’ esempio di Padova, nonostante le promesse di diversi dirigenti sindacali.

Le organizzazioni sindacali peraltro non hanno fatto rispettare il protocollo d’ intesa con il quale le industrie di macellazione si erano impegnate, sin dal 10 luglio 2012, a: (i) promuovere una organizzazione di mercato efficiente, attraverso l’ istituzione della Cun Nazionale; (ii) recepire le indicazioni dell’ Autorità Garante che aveva definito i regolamenti delle borse merci locali (di Padova e Verona) non più compatibili con i principi della concorrenza; (iii) applicare effettivamente nei contratti di compravendita i prezzi indicati dalla Cun nazionale.


Il regolamento di funzionamento della Cun e l’ elenco dei componenti la stessa commissione nazionale vengono annacquati da continue modifiche, che ne stanno snaturando la sua funzione, nel silenzio vergognoso delle stesse organizzazione. E’ dunque ragionevole – conclude la nota della Fima – che gli allevatori siano quantomeno arrabbiati.

UFFICIO STAMPA FIMA

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