Diabete: clonazione delle cellule per aiutare a guarire?
I ricercatori della Fondazione di New York per le Cellule Staminali (NYSCF) hanno annunciato che sono riusciti a produrre cellule che producono insulina per clonazione.
E se la clonazione potesse davvero aiutare a curare il diabete?
Gli scienziati che si sono occupati dello studio, hanno comunicato di aver utilizzato tecniche di clonazione per produrre cellule staminali embrionali umane dalle cellule della pelle di una donna adulta affetta da diabete, nella speranza che un giorno potranno curare la sua malattia.
“Un altro passo verso il trattamento dei pazienti diabetici.””Abbiamo fatto un passo verso il trattamento del diabete attraverso le proprie cellule che producono insulina nei pazienti”, ha commentato il capo dell’equipe che ha condotto lo studio pubblicato ieri lunedì 28 aprile sulla rivista scientifica Nature
I ricercatori hanno trapiantato i nuclei delle cellule della pelle di una donna, con diagnosi di diabete di tipo 1 in ovociti umani per generare cellule staminali embrionali umane (hESC). Queste cellule sono poi stati usate per creare cellule beta che producono insulina – la cui mancanza porta al diabete di tipo 1, una malattia che appare di solito prima dell’età di 30 anni. Questa non è la prima volta che tecniche di clonazione vengono usati per creare hESC, ma questa è la prima volta che sono effettuate su cellule da un paziente adulto nella speranza di ottenere una terapia specifica.
La clonazione rimante tuttavia una pratica assai controversa.
La tecnica della clonazione però, gode tutt’altro di unanicità tra i ricercatori: “La clonazione ripetuta di embrioni e la generazione di cellule staminali da cellule adulte aumenta il rischio di produrre embrioni umani per trattamenti per individui specifici “, scrive Insoo Hyun, un bioeticista in un commento allegata allo studio su Nature.
Fatto sta, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si può aprire una speranza per migliaia di pazienti affetti da diabete in tutto il mondo
.Lecce, 29 aprile 2014
Giovanni D’AGATA