Il lento progredire della nicchia delle case in legno
Un italiano medio, quando sente parlare di una casa in legno, probabilmente pensa a quella sull’albero, o al massimo a quella degli attrezzi.
Il concetto di abitare in un edificio costruito interamente con il legno non rientra infatti negli schemi mentali della maggior parte dei nostri connazionali, che risultano essere piuttosto restii ad accettare una metodologia abitativa che, in paesi più avanzati del nostro, rappresenta un’abitudine, o quasi. Questa scarsa percezione delle potenzialità, economiche e non, delle abitazioni in legno sta da qualche tempo a questa parte diminuendo, anche se lentamente. La quota sul totale delle case vendute era nel 2011 di circa l’1,5%, mentre ora – come riporta il sito qualenergia.it – siamo a più del 2% e il dato è destinato a crescere anche nei prossimi anni.
A testimonianza dell’interesse crescente verso questa nicchia, è interessante sottolineare l’iniziativa che ha avuto luogo a Milano lo scorso 27 marzo: nel capoluogo lombardo è stato firmato un protocollo di collaborazione tra il Comune e FederlegnoArredo che stabilisce un maggior utilizzo del legno per realizzare gli immobili della pubblica amministrazione e, in particolare, gli edifici scolastici. Non bisogna dimenticare poi che, in questo senso, Milano ha già dimostrato di sapere essere all’avanguardia: il complesso residenziale sito in Via Cenni, costituito da quattro edifici in legno di nove piani ciascuno e collegati da edifici di due piani, è stato insignito del titolo di progetto residenziale con pannelli a strati incrociati più grande d’Europa.
In Italia i produttori di queste abitazioni prefabbricate cominciano dunque piano piano a vedere i frutti del loro lavoro e possono contare su di un business sicuramente futuristico e all’avanguardia. Diverse case in legno abitabili Stratex Living, per esempio, entreranno a fare parte dell’Expo di Milano 2015 assumendo la funzione di architetture di servizio negli spazi espositivi del prestigioso evento internazionale.