Sicurezza, Coisp: un regolamento con chiare regole di ingaggio, necessario
Sicurezza, il Coisp: “Da sempre chiediamo un regolamento con
chiare regole di ingaggio. Ma sfatiamo l’ennesima distorsione,
non è certamente uno strumento punitivo, bensì a tutela dei Poliziotti.”
“Concepire un regolamento che preveda precise regole operative a beneficio degli Operatori della Sicurezza è un modo per garantirne e rafforzarne la tutela, e non significa certamente voler concepire un meccanismo ‘punitivo’ nei loro confronti. C’è una sostanziale differenza d’impostazione che non è poca cosa, perché riguarda il complessivo modo di concepite l’intero Apparato e la stessa funzione svolta dalle Forze dell’Ordine. Qui non si discute di trovare un nuovo modo di proteggere i cittadini dai Tutori dell’ordine, sarebbe un’aberrazione, un vero e proprio delirio concettuale. Si discute invece di stabilire con chiarezza
quali necessarie azioni adottare nelle più disparate situazioni di rischio che gli Operatori devono fronteggiare, in modo da rendere comprensibili a tutti e non manipolabili i possibili esiti dell’attività di servizio”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, entra così nel dibattito apertosi all’indomani della comunicazione del Capo della Polizia, Alessandro Pansa, in merito al lavoro in corso per la redazione ed introduzione di un regolamento sulle regole di ingaggio per gli Agenti in servizio di ordine pubblico. Un dato che è stato presentato dai media per lo più come un’iniziativa tesa a “contenere” i presunti danni causati dall’uso della forza che spesso accompagna l’operato delle Forze dell’Ordine,
ma che invece ha preso spunto, come ricordato dallo stesso Pansa, dalla sollecitazione dei Rappresentanti del
Comparto, primo fra tutti il Coisp: “Da quando sono stato nominato Direttore – ha detto il Capo del Viminale -,
mi hanno portato all’attenzione il tema della tutela dei Poliziotti. Abbiamo immediatamente studiato questo
problema: la soluzione deve essere un regolamento sulle regole di ingaggio”.
“E’ mai possibile – chiede retorico Maccari – che per farsi ascoltare e capire dall’opinione pubblica si debba
sempre puntare a compiacere ed assecondare quelle nicchie che amano criminalizzare, inveire ed accanirsi
contro le Forze dell’Ordine? Lo studio e la redazione di un protocollo operativo con chiare e sicure previsioni
comportamentali, non disgiunto dalla necessaria integrazione della dotazione a disposizione per i servizi
d’ordine pubblico che ci forniscano il giusto mezzo fra l’uso delle nude mani o dell’arma di ordinanza,
è un traguardo agognato dai Poliziotti, per il quale non a caso ci battiamo da sempre. Ci battiamo per chiedere
che vengano stabiliti codici operativi che assicurino ai Poliziotti precisi parametri e modalità di intervento,
che dettino linee guida semplici e adattabili a qualsiasi circostanza, nelle quali sia ben specificato come operare,
quali azioni compiere, in quale ordine di priorità ed importanza, cosa fare e non fare. Lo facciamo da tempo
immemore, basandoci anche e soprattutto sui fatti che le cronache hanno ‘usato’ a tutt’altro fine, piuttosto
per criminalizzare le Forze di Polizia invece che per sollevare e analizzare problematiche che vanno affrontate
e risolte. Lo facciamo da ben prima che le nostre accorate richieste a seguito di vicende tragiche come quella
del giovane Aldrovandi ci vedessero sbattuti nei titoli come ‘mostri’ senza pietà. In quell’occasione come già
molte altre volte, prima e dopo, abbiamo insistito a ribadire l’urgenza e la necessità di fissare quei criteri
operativi che ridaranno ai Tutori della Sicurezza la serenità di operare senza temere giudizi spietati e processi
sommari fuori dalle aule. E con nostra grande soddisfazione ed orgoglio scoprimmo nel nostro primo incontro
dello scorso 11 giugno e nel successivo faccia a faccia del 26 luglio con il nuovo Capo della Polizia,
che egli aveva messo la questione ‘al primo punto della sua agenda’, per usare le parole che lui stesso ci disse,
e cui dimostrò poi di tener fede mandando avanti il difficile lavoro della redazione del provvedimento”.
“Quel lavoro – conclude Maccari – cui abbiamo dato e daremo ancora il nostro contributo, produrrà i suoi
buoni frutti, che dovranno rappresentare un miglioramento del nostro lavoro, una maggiore garanzia per tutti”.