Lo Stato francese condannato per “colpa grave” dopo l’omicidio di una donna vittima di violenza domestica
Una decisione storica e che certamente farà discutere in Europa, dato il tema caldissimo delle violenze “domestiche” in particolare quelle subite dalle donne.
In una sentenza dello scorso mercoledì 7 maggio il Tribunal de Grande Instance di Parigi ha ritenuto colpevole lo stato francese per “il fallimento colposo e ripetuto della gendarmeria che costituisce una grave e diretta colpa dell’omicidio di Audrey Vella”.
Il 23 marzo 2007, una giovane donna fu colpita a morte dal suo ex compagno, e morì di emorragia interna in ospedale. Audrey Vella, questo il nome della vittima aveva ricevuto nove coltellate sul corpo. Due anni dopo, il colpevole, Hervé Vincent Sully è stato condannato a 25 anni di reclusione, confermati in appello nel settembre 2011.
Ma la cosa non era finita lì, evidentemente. Per quanto ritenuto dalla famiglia della vittima, il dramma poteva essere evitato. Molestata per mesi dal suo ex compagno, Audrey Vella, madre di una bambina di 7 anni, aveva allertato la polizia circa le ripetute minacce contro di lei. Evidentemente, invano.
La famiglia di Audrey Vella non si è data per vinta ed è riuscita ad ottenere una pesantissima condanna hanno evidenziato “l’incapacità del servizio pubblico della giustizia di compiere la missione fondamentale a lei attribuita, ossia proteggere i cittadini”, ed hanno sottolineato in riferimento al”la violenza contro le donne che è una priorità nazionale”.
Nella sua sentenza, la Corte ha osservato che la mancanza di risposta da parte dei servizi di polizia “ha mantenuto, ovviamente, una sensazione di impunità” nell’ex compagno di Audrey Vella, che ha portato a “ripetere la violenza più grave”. E così riconoscendo la grave negligenza da parte dell’apparato dello stato hanno ordinato di pagare quasi 150.000 euro di danni alla figlia della vittima e di altri membri della famiglia.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” si tratta di una decisione epocale a livello europeo che apre importanti ripercussioni nello stato di diritto e nell’apparato dello stato non solo in Francia, ma anche in Italia. Non è la prima volta, infatti, che fatti analoghi si verificano anche nel Nostro Paese anche se l’introduzione del reato di “stalking” ha portato ad una drastica riduzione dei casi di molestie continuate nei confronti delle donne. Tuttavia, quando si dovesse verificare una vera e propria negligenza da parte delle istituzioni e carenze così gravi, siamo pronti ad avviare, come associazione che da anni tutela i diritti anche delle donne e da ogni tipo di abuso, azioni analoghe a tutela delle vittime e delle famiglie.
Lecce, 09 maggio 2014
Giovanni D’AGATA