Affonda barcone migranti. Coisp:
“Quanti altri morti servono per capire che la questione non può essere
gestita dalle sole Forze di Polizia ma va affrontata diversamente?”
“Riparte la macabra conta dei morti e, prima che ricominci la solita deprimente sfilza di messaggi di cordoglio e di solidarietà ed il solito inutile elenco di promesse impossibili, è ora di porre seriamente una domanda: quanti altri cadaveri serviranno prima di ammettere che la gestione del fenomeno dell’immigrazione clandestina non può essere rimessa al solo intervento delle Forze di Polizia italiane? Non c’è operazione ‘Mare nostrum’ che basti a fronteggiare qualcosa le cui dimensioni e implicazioni solo assolutamente fuori controllo. Anche se tutti gli Operatori della sicurezza italiana fossero mandati per mare ciò non
servirebbe a risolvere o migliorare in concreto la situazione che necessità di risposte di politica internazionale, ed interventi strutturali ed organici, nonché di un serio contrasto all’attività degli unici che da questo crudele mercimonio di esseri umani traggono profitto e vantaggi, lucrando sulla sofferenza di intere popolazioni che tentano di sottrarsi alla sventura per trovare, ormai sempre più spesso, morte certa in mezzo al mare”.
E’ questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alla notizia che un barcone carico di migranti è naufragato a circa un centinaio di miglia a sud di Lampedusa. Al momento il bilancio
provvisorio è di 14 vittime, i cui corpi sono stati recuperati, fonti della Marina militare hanno evidenziato che, con ogni probabilità, il numero dei morti accertati alla fin delle operazioni di soccorso è destinato a salire. Numerosi i drammatici precedenti dei quali l’ultimo appena ieri, quando a largo delle coste libiche è avvenuto un altro naufragio.
“Le polemiche seguite alla scelta di dare corso e mantenere l’operazione ‘Mare nostrum’ – aggiunge Maccari – dimostrano ogni giorno di più la loro sterilità, laddove non è certamente in dubbio la necessità di intervenire per salvare vite umane quando ciò si renda necessario in mezzo ai flutti, cosa per cui le Forze dell’Ordine sono state e saranno sempre pronte, come hanno dimostrato lavorando senza tregua ad ogni tragedia verificatasi, versando vere lacrime di pietà che si sono mescolate al sudore della loro fronte. Il vero punto è un altro – conclude Maccari -, lavorare per salvare quelle vite prima che vengano messe a rischio
dalla mano di trafficanti senza scrupoli; prima che vengano abbandonate alla violenza ed alla crudeltà della strada e della criminalità che li attende sulle sponde dei Paesi dove queste persone intravedono il miraggio di una vita dignitosa; prima che la difficile esistenza nei Paesi d’origine si tramuti in un inferno di fughe e sopraffazioni, miseria ed abbandono cui non si riesce a sottrarli nei Paesi di destinazione”.