Fima: rilanciare il Mezzogiorno è necessario
I dati statistici forniti dall’ Istat mostrano chiaramente come l’ agricoltura sia l’ unica attività economica nel Sud che offre maggiori garanzie e potenzialità, nonostante le criticità irrisolte. Lo dichiara Saverio De Bonis, coordinatore Fima, federazione italiana movimenti agricoli.
La struttura delle aziende agricole – prosegue – è caratterizzata da una forte presenza di unità di piccole dimensioni: l’83,0% delle aziende impiega meno di un’unità di lavoro e l’89,5% realizza un fatturato inferiore a 50 mila euro. Tantissime aziende, però, hanno cessato la loro attività per effetto della crisi e del credit crunch e molte di queste sono all’ asta, sottolinea la federazione.
Anche se il Pil nel mezzogiorno è sceso del 4%, più del doppio rispetto alla media nazionale (-1,9%) – continua la Fima – disaggregando i comparti economici si registrano dati negativi sia per l’industria che per i servizi, con cadute del valore aggiunto rispettivamente dell’8,3% e del 3,1%. L’ agricoltura, al contrario – sottolinea il coordinatore – essendo un settore anticiclico e nonostante i dati strutturali e congiunturali, tiene segnando un calo moderato, pari allo 0,3%.
Il governo, quindi – conclude – deve continuare a credere nel potenziale del nostro Made in Italy e dell’agroalimentare se vuole perseguire obiettivi di crescita del Paese ed in particolare del Mezzogiorno. Per farlo, tuttavia, deve prima comprendere che la funzione dell’ agricoltore è sacra e poi dimostrare una politica a tutela delle nostre produzioni e dei prezzi, introducendo anche meccanismi trasparenti nella formazione dei prezzi all’ origine che garantiscano i costi di produzione.