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Maturità 2014 Tema storico L’Europa del 1914 e l’Europa del 2014. Quali le differenze?

download (3)Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
(G. Ungaretti)
Cosi scriveva il Poeta di quei tristi momenti.

Cent’anni fa la prima guerra mondiale segnava il declino o la caduta dei grandi imperi europei e l’avvento delle masse sulla scena pubblica . Il più grande conflitto mai visto, una carneficina che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle Nazioni e dei loro abitanti, cambiandone per sempre il destino. Tante e tali sono state le novità, le implicazioni, le conseguenze di quel conflitto conclusosi nell’autunno 1918 che solo ad un secolo di distanza il mondo sembra uscire dai solchi. Molte le domande a cui si cerca di dare una risposta. Un conflitto che portò all’assurda mattanza di milioni di soldati e di civili (si stimano 26 milioni tra morti e dispersi) e decretò la fine della centralità politica, economica, produttiva e culturale del Vecchio Continente.
Di fronte agli imperi plurinazionali (Austria-Ungheria, Reich tedesco, impero ottomano) si scatenarono le pressioni disgregative e secessioniste. Classi politiche miopi e intellettuali imbevuti di mitologie autoritarie e visioni bottegaie alimentarono l’odio verso gli altri popoli e stati d’Europa, additandoli alle folle come la causa dei loro mali.
Cambiava comunque completamente il volto della politica, in Europa e non solo.
Cento anni dopo i popoli del Vecchio continente si trovano davanti allo stesso dilemma. Ai problemi dell’Europa, che sono tanti e per lo più causati dall’assenza di una più intensa unità europea, viene risposto da sempre più voci che il problema è l’Europa, e che sciogliendo, superando o indebolendo l’unione che ha preservato negli ultimi 70 anni i paesi che la compongono da guerre e conflitti i popoli sarebbero liberati da restrizioni e vincoli avviandosi verso una nuova, prospera «età dell’oro».
In tutta Europa si levano con veemenza forze e movimenti anti-euro, anti politiche comunitarie, anti rispetto delle regole, dei bilanci, della legislazione europea. Nelle piazze si scatenano manifestazioni, che ricordano gli attacchi violenti di cento anni fa Giolitti e ai neutralisti che si opponevano alla guerra, aizzati da D’Annunzio e Mussolini.
Le polemiche non si sono spente prima delle elezioni Europee con molti cittadini euroscettici, uno scetticismo che serpeggia da Nord a Sud e che è il sintomo di una crisi profonda che attraversa oggi l’Unione europea. E’ una crisi di troppo poco Europa.
È il frutto della mancata piena integrazione socio-politica e fiscale, pensiamo alle polemiche e ai problemi per la moneta unica: il tanto contestato Euro.

Oggi per risolvere i suoi problemi, innanzitutto quelli del lavoro, della crescita, delle giovani generazioni, del risanamento dei conti pubblici ma anche della disaffezione popolare, l’Europa ha bisogno di una governance capace di prendere decisioni forti e unitarie, di dare stabilità finanziaria anche facendosi garante solidarmente della tenuta economica dei singoli Stati.
Per ricreare fiducia nei suoi compiti e nella sua missione, l’Europa necessita di un maggiore peso politico, di un maggiore partecipazione e ruolo delle istituzioni comunitarie, a cominciare dal Parlamento europeo .
I destini dei vari paesi sono ormai legati e intrecciati così come lo furono allora nel 1914.


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