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Caso Yara: quando il figlio è il presunto assassino.

yara gambirasioSpesso il tempo scade anche quando non avevamo pensato ad una scadenza, magari pensiamo d’averla superata, quella scadenza, e un segreto tenuto nascosto per oltre 40 anni, nessuno sarebbe riuscito ad alzare la bandierina per darci il segnale che è il tempo è terminato, che siamo arrivati alla fine del silenzio. Una donna ha tenuto nascosto dentro il più doloroso dei segreti: aver avuto due gemelli, non dal marito, ma da un uomo che forse ha amato, sicuramente che l’ha fatta sentire donna, le ha dato emozioni e il rischio dell’infedeltà. Chissà se quando ha saputo d’essere rimasta incinta ha pensato per un solo momento che tenere un segreto così pesante, prima o poi ne sarebbe rimasta schiacciata, se lo aveva seppellito in fondo al cuore incorniciandolo come una fotografia in bianco e nero, credendo che mai nessuno sarebbe stato capace di mettere quella foto in controluce ed esaminare ogni piccolo dettaglio. Oppure ha avuto per tutti questi anni il dubbio, è vissuta non sapendo chi fosse il padre di quei gemelli? E quando ha sentito della ricerca di ignoto1, figlio segreto dell’autista Guerinoni, le sarà arrivata la risposta al quel dubbio così inquietante? Sicuramente è un segreto che non si può dimenticare, la verità era davanti ai suoi occhi in ogni istante della sua vita, un marito non padre- un figlio non figlio di quell’uomo, glielo ricordavano in ogni movenza, in ogni carezza, ad ogni ricorrenza. Poi tutto esplode e si ritrova catapultata in quel suo segreto senza poterne più nascondere i cocci, frammenti e schegge finiti su tutti i giornali, su tutte le bocche del paese, sugli sguardi accusatori che penetrano e ti tolgono il respiro. Non è stata una incauta rivelazione, neppure una verità venuta a galla da un qualunque evento che svela, ma dall’accusa più infamante che può travolgere un figlio. Ed è naturale pensare che lei sapesse oramai da mesi, se non anni, che l’ipotetico assassino ricercato da chi voleva far luce sulla morte di Yara, era il figlio, non poteva non sapere, le notizie divulgate dai media le hanno sentite anche i sassi, quindi il tormento non è iniziato da adesso per lei, ma da molto tempo. E come affrontare tutto questo senza venirne inghiottita e additata come la madre di un presunto assassino, modello della normalità, ma un uomo che riportava sulla sua pagina Facebook “se vuoi qualcosa, prenditela, fottitene degli altri”. Peccato che quello che ha toccato e preso, secondo le accuse dei PM, era un fiore vicino al quale lui non doveva avvicinarsi, una gemma al suo sbocciare e il profumo emanato non doveva respirarlo, né poteva sfiorarne i colori. Invece lui lo ha calpestato, ferito, estirpato dalle sue radici e lasciato a morire su un prato coperto di neve dove il gelo lo ha coperto, e nel tremore di una luna fredda, ucciso. Certo, chissà quanti padri stanno allevando figli non sangue del proprio sangue e non lo sanno, chissà quante donne restano tutta la vita a convivere con un segreto seppellito affinchè nessuno ne sappia nulla. Resteranno a fare i genitori, il figli li ameranno, perché l’amore non dipende da nessun DNA, l’amore è crescerli, seguirli, rimboccare loro le coperte la sera, portarli a scuola, accarezzarli e stare male quando stanno male. Tutto andrà bene, tranne se la vita non decide di presentare il conto, e bussa alla porta un giorno qualunque di un mese qualunque. Un pensiero va alla famiglia di Yara, che da anni è rimasta all’ombra, in attesa di notizie per poter alleviare il grande dolore e ottenere giustizia per la propria figliola. Ma è tristezza, tutto è triste, perché nessuno potrà riportare la loro piccola in vita, e fa male ripensare a quella sera, quando non rientrò a casa, portata via nel buio di una maledetta sera.

M.G.

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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