‘ndrangheta: cosca Molè nei guai anche Stefano Sammarco. Operazione Mediterraneo
L’inchiesta contro i presunti affiliati alla cosca Molè conta ben 54 indagati tra di essi persino l’attore Sammarco. L’inchiesta avrebbe scoperto una associazione mafiosa dedita al traffico di armi e di stupefacenti con relativa intestazione fittizia di beni.
L’inchiesta ha scoperto attiva anche nel Lazio e in Umbria dove la presunta cosca di ‘ndrangheta pare controllasse cliniche private e sale gioco. A seguito dell’inchiesta sono state sequestrate quote di società e due cliniche private a Gioia Tauro e Terni, per un valore di 25 milioni di euro. Oltre a Stefano Sammarco, noto attore di Romanzo Criminale, fermato anche Marino Belfiore, fermato nei mesi scorsi con 14 kalashnikov nell’auto.
L’operazione Mediterraneo avrebbe stroncato le attività della cosca Molè. Per Stefano Sammarco l’accusa sarebbe quella di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Gli inquirenti hanno sequestrato circa 25 milioni di euro tra cui due cliniche private, una a Gioia Tauro, il centro tac “Imagine System”, e una a Terni, la “Vital Dent”. Formalmente intestate a prestanome.
Anche case da gioco e sale poker sotto sequestro. Secondo gli inquirenti tutti personaggi legati ai clan dei Molè di Gioia Tauro e dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) operativi nel traffico di droga e di armi, ma con addentellati importanti anche nel business delle slot machine. Sammarco, secondo La Repubblica è considerato dalla Dda di Reggio Calabria, “figura apicale dell’organizzazione” e “responsabile della piazza di spaccio di Civitavecchia”.
Secondo quanto riporta La Repubblica il boss Girolamo (Mommo) Molè era in grado di far arrivare all’esterno indicazioni ed ordini precisi ai propri affiliati. Le sbarre del 41 bis, infatti, venivano superate con l’uso di un codice alfa-numerico, applicato a libri come lo “Zahir” di Paolo Coelho o “Va dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro.