Sclerosi Multipla: l’ospedale di Udine prova il metodo Zamboni
UDINE – La sclerosi multipla è una malattia che fa paura, ma oggi per combatterla ci sono nuove armi e Udine è uno dei centri pilota a livello nazionale. Al centro sclerosi multipla della Struttura operativa complessa (Soc) di neurologia dell’azienda ospedaliero-universitaria sta per partire la sperimentazione del metodo Zamboni, anche detto «Brave Dreams», sogni coraggiosi. Non è il titolo di un film, bensì il nome dello studio clinico per la valutazione dell’efficacia e della sicurezza dell’intervento di disostruzione delle vene extracraniche nei pazienti con sclerosi multipla e diagnosi di «Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale» (Ccsvi) promosso dall’azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara.
La Ccsvi è una patologia dell’apparato circolatorio: il medico Paolo Zamboni, dell’Università di Ferrara, ha scoperto nel 2008 che si manifestava in diversi malati di sclerosi multipla. Il centro udinese è risultato, tra i centri candidati, avere i requisiti necessari per arruolare i pazienti. «La Ccsvi è a tutt’oggi oggetto di controversia dal punto di vista scientifico, sia per il riconoscimento della stessa come entità patologica, sia per la sua prevalenza ed effetto dell’intervento – spiega la neurologa Daniela Cargnelutti – e i pazienti che potranno partecipare allo studio saranno quelli seguiti da almeno due anni dalla Soc di neurologia. Lo studio – conclude – serve a verificare se la procedura sia efficace e scevra da rischi, per cui alla fine dello stesso forse potremo dire se è una speranza in più». Lisa Zancaner