Economia

Comunicato Stampa Rete dei Comitati degli Esoadati

Dopo trenta mesi dall’entrata in vigore della manovra previdenziale Fornero-Monti, che ha scippato cittadine e cittadini italiani già espulsi dal mercato del lavoro del loro diritto alla pensione, condannandoli a restare per numerosi anni senza alcun reddito, la “questione esodati” è sempre drammaticamente aperta.

Invece di mettere a punto una soluzione strutturale e definitiva del problema, si è scelto di operare a singhiozzo attraverso il meccanismo perverso delle salvaguardie – siamo ora arrivati alla sesta- che, basandosi su paletti imposti arbitrariamente col solo scopo di restringere il numero dei beneficiari, ha prodotto ulteriori discriminazioni   tra soggetti aventi gli stessi requisiti .

In questi due anni e mezzo si sono avuti dichiarazioni ed impegni da parte di due Presidenti della Camera (Fini e Boldrini) e dalla Presidenza della Repubblica, che hanno riconosciuto i forti elementi di incostituzionalità della manovra con formale richiesta ai parlamentari di risolvere sollecitamente la vicenda degli “esodati”,  con i quali lo Stato ha rotto un patto.

L’attuale Presidente del Consiglio e segretario del partito di maggioranza, dopo qualche tweet a nostro sostegno durante la campagna per le primarie di partito. non ha ancora a tutt’oggi dimostrato la volontà di attivarsi con scelte politiche coerenti.


La situazione è gestita con tale colpevole approssimazione che perfino si ignorano , nonostante richieste reiterate anche di organi istituzionali, i numeri esatti degli “esodati” e questa informazione essenziale pare diventata un segreto di Stato.

Negli ultimi mesi nostre delegazioni hanno incontrato i Ministri del Lavoro in carica Giovannini e Poletti (2 volte), il sottosegretario al MEF Baretta (3 volte), il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, la Presidente Boldrini e numerosi parlamentari di ogni schieramento politico.

TUTTI hanno riconosciuto il grave errore concettuale e operativo compiuto con la manovra Fornero, finalizzata all’obiettivo primario di fare cassa.

La consapevolezza che di questo errore hanno i parlamentari è risultata ulteriormente evidente anche agli occhi dell’intero Paese in occasione del recente dibattito alla Camera in sede di conversione della Proposta di Legge integrata 224 , che avrebbe costituito un primo passo, seppur ancora insufficiente, verso la soluzione definitiva del problema e che invece, cancellando il lavoro unitario di un anno della Commissione Lavoro, è stata tradotta in minima parte e con qualche ambiguità in un emendamento del Governo.

La Rete dei Comitati ancora una volta denuncia l’indugio nell’approntare una soluzione definitiva della questione “esodati”, soluzione che deve riguardare non in modo generale tutti coloro che a vario titolo sono stati penalizzati dalla nuova normativa pensionistica ma sono ancora occupati, bensì in modo esclusivo i soggetti in possesso di due requisiti:

1) non essere più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avere sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedessero la risoluzione del rapporto di lavoro;

2) maturare il diritto pensionistico con le previgenti norme almeno entro il 31/12/2018.

Trattandosi di un diritto violato, la predetta soluzione deve essere di tipo previdenziale e non assistenziale e va elaborata con urgenza, al più tardi con la Legge di Stabilità prevista nei prossimi mesi, senza invocare l’alibi delle coperture finanziarie non disponibili, più volte utilizzato strumentalmente, visto che i risparmi realizzati dall’applicazione delle nuove norme previdenziali sono di gran lunga superiori a quelli inizialmente stimati (88 miliardi di € contro 22), come già comunicato dallo stesso INPS con documenti e studi ufficiali.

Per la “Rete” dei Comitati degli Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, ”Quindicenni”, Donne ESMOL, Esonerati Pubblica Amm.ne, Fondi di Settore e Licenziati senza tutele

 

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