Economia

Sardegna: emorragia di occupati nel settore artigianato Dati CNA

cna 1Emorragia di occupati nel settore artigiano in Sardegna

Nel 2013 il saldo tra uscite e nuovi addetti è stato di 2.640 occupati in meno: dato più che raddoppiato rispetto al 2012

Negli ultimi sette anni la diminuzione degli occupati del settore è stata di 6700 addetti: dal 2007 al 2013 il peso occupazionale dell’artigianato si è ridotto dal 15% al 14,1%

Qualche dato incoraggiante nel secondo semestre 2014: previste 7.220 assunzioni (-410 rispetto allo stesso periodo del 2013 mentre nel 2012 erano stati previsti 1.100 occupati in meno)

Segnali positivi per il lavoro stagionale grazie alla buona stagione turistica 2013 quando gli arrivi hanno abbondantemente superato i 2 milioni: +15,6 i flussi degli stranieri, + 6,3% flussi dall’Italia

Piras e Porcu (CNA): «Al programma di riforme necessarie ed urgenti si accompagni – per uscire dalla crisi – un grande piano di investimenti pubblici che rilanci occupazione e lavoro»

Continua l’emorragia di occupati nel settore artigiano in Sardegna. Il 2013 ha registrato per le imprese isolane un saldo occupazionale negativo di 2.640 addetti. Il dato, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, segna un vero e proprio tracollo del settore. Negli ultimi sette anni la diminuzione degli occupati (cioè il saldo complessivo tra entrate e uscite) è stato pari a oltre 6.700 addetti in meno: il 28% del saldo negativo di tutto il sistema delle imprese.

I numeri dell’occupazione artigiana in Sardegna, elaborati dal Centro studi della Cna sarda su dati dell’Excelsior-Unioncamere, evidenziano una situazione estremamente critica per gli artigiani dell’isola. Si stima infatti in soli sette anni che il peso occupazionale del settore artigiano in Sardegna, al netto di imprese agricole e del settore pubblico, si sia addirittura ridotto di quasi un punto percentuale, dal 15% del 2007 al 14,1% nel 2013, a testimonianza, ancora una volta, del durissimo impatto del perdurare della difficile situazione economica regionale sul settore artigiano.

Tabella 1 – Saldi occupazionali attesi per le imprese industriali e di servizi regionali (entrate meno uscite per tutte le tipologie: dipendenti, dirigenti, operai, impiegati)
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Complessivo 2007/2013
Totale
1.745
-5.035
-5.125
-4.480
-3.675
-7.620
-24.190
Artigiani
1.370
-1.345
-1.595
-1.340
-1.220
-2.640
-6.770
Non artigiane
375
-3.690
-3.530
-3.140
-2.455
-4.980
-17.420
Quota Artigiani
78,5%
26,7%
31,1%
29,9%
33,2%
34,6%
28,0%
Fonte: Cna Sardegna su dati Excelsior/Unioncamere

Le prospettive per il 2014

Secondo l’analisi della Cna sarda sembra comunque emergere qualche segnale incoraggiante dai dati relativi al secondo trimestre 2014. In questo periodo infatti le assunzioni previste dalle imprese industriali e di servizi in Sardegna per lavoratori dipendenti (compresi i contratti a termine ed esclusi i lavoratori interinali, i collaboratori a progetto, gli “altri” lavoratori non alle dipendenze e i tirocini/stage) sono state 7.220, ovvero circa 410 in meno rispetto allo stesso periodo del 2013. Un valore che pur essendo sempre in calo definisce uno scenario di cauto ottimismo (le aspettative per il 2013 erano di oltre 1.100 assunzioni in meno rispetto all’anno precedente).

Tabella 3 – Attese occupazionali di personale dipendente delle imprese in Sardegna (II trimestre 2014 e 2013)

II 2013
II 2014

Assunzioni attese
Di cui Stagionali
Assunzioni attese
DI cui Stagionali
Var. totale
Var. Stagionali
Sardegna
7.630
5.250
7.220
5.120
-410
-130
Sassari
2.970
2.280
2.550
1.960
-420
-320
Nuoro
1.120
860
1.190
760
70
-100
Cagliari
3.200
1.960
3.110
2.200
-90
240
Oristano
340
150
370
200
30
50
Fonte: Cna Sardegna su dati Excelsior/Unioncamere

Il calo di richieste di personale dipendente, con la stagione estiva ormai alle porte, non è però relativo soltanto ai lavoratori stagionali come accadeva nel 2013. Le intenzioni delle imprese per il secondo trimestre 2014 parlano infatti di sole 130 assunzioni stagionali in meno rispetto allo stesso periodo del 2013 (tra il 2012 e il 2013 ne erano state previste ben 1.140 in meno).

Ciò è stato possibile perché la stagione turistica 2013 è stata migliore delle aspettative iniziali: dopo un trend negativo iniziato nel 2009, nel 2013 la stagione turistica pare abbia registrato un’inversione di tendenza. Secondo i dati provvisori forniti dalla Regione, nel 2013 gli arrivi turistici nell’Isola pare abbiano superato abbondantemente i 2 milioni, riportandosi ai livelli del 2011.
Il maggior contributo riguarda i flussi di turisti stranieri, cresciuti del 15,4% rispetto al 2012: nel 2013 il numero di arrivi stranieri nelle strutture ricettive della Sardegna è stato di 945mila, superando il valore di picco del 2009 (883mila). Ma la crescita del 2013 potrebbe finalmente aver riguardato anche i turisti italiani (+6,3%), sebbene con 1,17 milioni di arrivi si resti sempre assai al di sotto dei livelli del periodo 2008/2009 (1,56 milioni di arrivi l’anno).

L’analisi della Cna

Secondo la rilevazione della Cna sarda, tra il 2008 e il 2013 al netto delle uscite attese per scadenza di contratto, pensionamento o licenziamento il mercato del lavoro della Sardegna ha registrato un saldo negativo complessivo pari a circa 41mila unità di lavoro. Questo dato non è distante dalle cifre che emergono della rilevazione continua delle forze di lavoro dell’Istat (che includono anche il pubblico impiego e il mondo del no-profit): secondo l’Istat nello stesso periodo in Sardegna si è infatti registrato un calo di circa 59mila occupati con una contrazione del 9,7% della capacità occupazionale complessiva regionale.

«L’analisi dei flussi occupazionali annui attesi fornisce una indicazione interessante per capire qual è il livello di fiducia delle imprese regionali nel breve termine», commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna sarda che non nascondono la preoccupazione. «Considerando tutti i possibili livelli di inquadramento (dirigenti, impiegati e operai), si è passati dalle 35 mila entrate attese nel 2008, alle poco più di 17mila nel 2013, con una perdita netta di quasi 18mila posti di lavoro richiesti che rappresentano un sostanziale dimezzamento della domanda».

«Diversi indicatori economici», proseguono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, «ci dicono che viviamo una fase di attenuazione degli elementi che in negativo hanno caratterizzato l’ultimo biennio, ma siamo ancora ben lontani dal registrare certi ed inequivocabili segnali di ripresa. Bene le riforme, ma queste da sole non bastano seppur necessarie ed urgenti. Secondo il programma annunciato, il governo regionale deve accompagnarle con un piano straordinario di investimenti pubblici che rilanci l’occupazione e il lavoro».

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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