Italia

Preoccupazione in Sardegna: rischio per il blocco degli appalti comunali

 

cna 1che danneggerebbe stazioni appaltanti e imprese

 

Dal 1° luglio i Comuni potranno acquistare beni o servizi solo se riuniti in Unioni, con appositi accordi consortili, tramite gli uffici provinciali o tramite la Consip

 

Porcu e Zanda (CNA): Il sistema pubblico sardo rischia la paralisi. I Comuni dell’isola sono totalmente impreparati e per certi beni e servizi manca anche la convenzione con la Consip

 

La Cna contesta l’intera riforma che centralizza le stazioni appaltanti e penalizza le PMI: si proteggano le piccole imprese riservando loro una quota degli appalti

 

 

 

 
 

La Cna Costruzioni Sardegna esprime una forte preoccupazione per il blocco degli appalti dei Comuni sardi che dal 1° luglio rischia di paralizzare l’attività di spesa dei Comuni sardi fino alla conversione di un provvedimento di legge atteso ad metà Agosto. La legge 89 del 23 giugno, convertendo il Decreto Legge n. 66/2014, prevede infatti che a decorrere da tale data tutti i Comuni non capoluogo di provincia possano acquisire lavori, beni e servizi solo se riuniti nelle Unioni di Comuni ovvero a seguito di un apposito accordo consortile o avvalendosi degli uffici della Provincia, a meno che acquistino beni e servizi tramite strumenti elettronici gestiti dalla stazione d’appalto Consip Spa o da altro strumento di aggregazione.

«E’ evidente che questa situazione rischia di paralizzare tutto il sistema pubblico della nostra isola – commentano il segretario regionale della Cna sarda Francesco Porcu e il presidente di CNA Costruzioni Mauro Zanda -. In Sardegna i Comuni sono ancora molto lontani dall’adeguamento organizzativo richiesto da questa riforma. Inoltre ” per alcune categorie di lavoro e servizi, come le manutenzioni edilizie e i servizi sociali, mancano proprio le necessarie convenzioni con il Consip e, dunque, non sarà possibile ricorrere neppure a questo tipo di acquisti”.

 

Nella Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, tenutasi lo scorso 10 luglio Governo e Autonomie locali, si è deciso di rinviare di un anno (al 1° luglio 2015) gli obblighi per i Comuni in modo da consentire agli enti locali di iniziare a prepararsi al nuovo modello operativo, ma la norma, inserita in un emendamento alla legge sulla “competitività” all’esame del Senato, non sarà operativa prima di metà Agosto e dunque al momento non consentendo all’Anac, l’Autorità Nazionale anticorruzione, come ha dichiarato il suo presidente Raffaele Cantone, di rilasciare i codici identificativi di gara (Cig) ai Comuni inadempienti con immaginabili effetti negativi per l’intero comparto degli appalti pubblici.

 

Per quanto riguarda la Sardegna , regione a Statuto Speciale ancora non è chiarito se le norme nazionali prevalgano su quelle previste dall’ordinamento regionale (la legge regionale n. 7 del 21 Gennaio 2014 art. 1 comma 32 sposterebbe l’obbligo delle disposizioni previste dalla istituzione della centrale unica di committenza alle gare bandite successivamente alla data del 31.12.2014).

 

Ma la preoccupazione della Cna sarda non è solo relativa a questo aspetto ma riguarda nel complesso la riforma degli appalti varata a giugno. Sotto accusa è la centralizzazione degli acquisti pubblici che metterà l’intero sistema degli appalti nelle mani di poche organizzazioni.

La legge emanata dal Parlamento lo scorso giugno ha infatti creato una Anagrafe unica delle stazioni appaltanti, ovvero un elenco dei “soggetti aggregatori” di cui fanno parte il Consip e una centrale di committenza per ogni regione italiana (saranno al massimo 35): queste dovranno gestire tutti gli acquisti di beni e servizi comunali, anche quelli che prima – in base ad una deroga prevista dal decreto legislativo n. 163/2006 per lavori o acquisizioni di forniture e servizi di importo inferiore a 40mila euro – potevano essere acquistati in economia.

 

«E’ noto che la centralizzazione delle procedure penalizza fortemente le piccole e medie imprese», spiega Francesco Porcu citando i recenti dati della Commissione europea secondo cui le Piccole e Medie Imprese europee, pur contribuendo alla formazione del 52% del Pil si aggiudicano una quota marginale, tra il 31% e il 38%, degli appalti pubblici.

In Europa- dichiara Porcu – il sistema degli appalti è infatti estremamente sbilanciato a favore delle grandi imprese che si aggiudicano il 71% degli appalti pubblici mentre contribuiscono soltanto alla formazione del 42% del PIL dell’area europea. Ad essere penalizzate sono soprattutto le micro imprese, che in Sardegna come nel resto d’Europa costituiscono l’ossatura dell’intero sistema economico e producono più di un quinto del PIL dell’Europa ma riescono ad aggiudicarsi soltanto una quota irrisoria, 1/25, delle commesse pubbliche.

«Se la discriminazione verso le PMI negli appalti pubblici media in Europa è del 30%, in Italia è addirittura del 47%: peggio di noi solo Grecia e Portogallo. Nessuno come noi fa vincere così tanto di più le grandi rispetto alle piccole».

«In periodi di crisi economica come questa – spiega il segretario della Cna – le PMI, che patiscono per la riduzione della spesa pubblica per le infrastrutture, hanno sempre minore possibilità di accedere al credito per la sfiducia delle banche e devono subire lo strapotere delle grandi imprese che hanno più propensione all’export, dovrebbero essere viceversa aiutate dalle istituzioni con una quota di appalti a loro riservata».

«Se una riforma che razionalizzi il numero delle stazioni appaltanti, premi le competenze e limiti gli sprechi di denaro pubblico con adeguati controlli è certamente necessaria – conclude – ci preoccupa molto una centralizzazione che rischia di far crescere enormemente la dimensione media delle gare pubbliche escludendo proprio le piccole imprese, quelle che rappresentano il tessuto più dinamico del nostro Paese. Una buona riforma degli appalti potrà essere tale solo se darà la dovuta attenzione alla questione delle PMI. Occorre proteggere le piccole imprese nel solo modo possibile – come hanno fatto grandi Paesi, in testa Stati Uniti, Brasile, Sud Africa, Messico, Cina ed India – riservando esclusivamente a loro quote d’appalti, perché farle gareggiare con le grandi significherebbe estrometterle definitivamente dal mercato».

 

 

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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