Salute

Epatite virale in Europa in aumento: non diagnosticata e sotto-segnalata

virusL’epatite virale colpisce milioni di persone in tutta Europa senza che non se ne accorgano nemmeno e come ‘malattia silenziosa’ spesso non mostra alcun sintomo.Ma se non viene curata l’epatite può causare danni al fegato irreversibili. Questa temibile patologia è una malattia con molte facce e la “Giornata mondiale dell’epatite”, il 28 luglio ci dà l’opportunità di aumentare la consapevolezza e la comprensione di essa. L’epatite virale è evitabile – ma l’infezione cronica, ad esempio come l’epatite B e C non trattata, può progredire a cirrosi epatica o cancro», avverte Marc Sprenger, direttore dell’ECDC, l’Ente Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie. 

Dopo diversi anni di una tendenza declinante e stabilizzante, recenti focolai di tossinfezione alimentare di epatite A indicano che tale malattia è un problema di salute pubblica di tossinfezione alimentare riemergente in Europa. “Questi focolai sollevano la questione se gli Stati membri dell’UE dovrebbero considerare le opzioni per più ampie raccomandazioni di vaccinazione contro l’epatite A poichè è attualmente raccomandata solo per i viaggiatori”, suggerisce Sprenger. Come mostrano nuovi dati dal rapporto ECDC di sorveglianza in Europa 2012 sull’epatite B e C, l’epatite C provoca un maggiore carico di malattia in Europa dell’epatite B con numeri e tassi di notifica quasi due volte alti come quelli di quest’ultima: tra il 2006 e il 2012, sono stati registrati più di 110.000 casi di epatite B e oltre 206.000 infezioni da epatite C.  Di epatite B sono stati segnalati 32.917 casi nei 29 Stati membri nel 2012, 2.798 (16,1%) sono stati notificati come acuti, 12.306 (71.0%) come cronici e 1.865 (10,8%) come indefiniti. Il gruppo di età più colpito era quello compreso tra i 25 e i 34 anni, rappresentando un terzo dei casi (33,3%). Mentre il numero di casi acuti di epatite B è in continuo calo dal 2006 – molto probabilmente grazie ai programmi di vaccinazione, in molti paesi europei – le statistiche dei casi cronici sono raddoppiati da 4.3 per 100.000 abitanti nel 2006 a 8,6 nel 2012. Nel 2012, 60.730 casi di epatite C sono stati segnalati da 27 Stati membri dell’UE/SEE di cui 509 (1,7%) erano classificati come acuti, 3905 (12,8%) come cronici e 23.712 (77,5%) come indefiniti. Tuttavia, solo 13 paesi sono stati in grado di definire i casi come acuti o cronici. Più della metà (54%) di tutti i casi di epatite C nel 2012 sono stati diagnosticati in persone tra i 25 e i 44 anni. “Tutti questi numeri sono da intendersi come una sottostima della vera situazione a causa della sottosegnalazione e il fatto che molte infezioni acute sono asintomatiche e quindi spesso non diagnosticate. Ciò significa che il problema è più grave di quello che abbiamo pensato e abbiamo bisogno di rafforzare i programmi di prevenzione esistenti e i controlli per invertire queste tendenze”, aggiunge Sprenger. “Possiamo fare ancora molto per aiutare a fermare la malattia silenziosa”. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ricorda che da tempo l’organizzazione dell’ECDC ha attivato un sistema di sorveglianza per l’epatite A, B e C per aiutare i paesi a valutare la presenza dell’epatite, la prevenzione e le strategie di controllo esistenti e per definire le tendenze epidemiologiche o di trasmissione dei modelli in tutta Europa. L’epatite è un’infiammazione del fegato ed è più comunemente causata da un’infezione virale. Ci sono cinque tipi di virus dell’epatite conosciuti, indicato come tipi A, B, C, D ed E. Possono causare conseguenze acute e nel caso dei tipi B e C anche epatopatie croniche. Mentre l’infezione con il virus dell’epatite A è in genere causato dal consumo di alimenti contaminati o acqua e provoca un’infezione acuta, l’epatite B e C di solito si verificano a seguito di contatto con sangue infetto o di liquidi corporei e possono progredire in pericolose infezioni croniche.

Lecce, 25 luglio 2014                                                                                                                                                                                            

                                                                                                                                                                                             Giovanni D’AGATA

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