Italia

Cun Conigli: Anlac, trasparenza pretesa impossibile

coniglio1E’ davvero così difficile mettere a disposizione dei commissari cun quattro numeri utili per fotografare realmente il mercato e sbugiardare le inesattezze dei macellatori? Nell’ era delle telecomunicazioni e dell’ informatica in cui tutto può essere condivisibile in frazioni di secondo, solo il governo italiano incontra mille difficoltà per raccogliere i dati settimanali sulla produzione, macellazione, importazione, esportazione e consumo. Sono i numeri, suggeriti dalle risoluzioni parlamentari, che con semplicità elementare possono dare l’ idea di cosa succede realmente nel mercato, garantire una tendenza, aiutare efficacemente nella indicazione di un prezzo. Insomma il vero deterrente per combattere la speculazione e la corruzione privata che alberga dentro i mercati. Lo ha dichiarato in una nota, Saverio De Bonis, rappresentante dell’ anlac, associazione dei liberi allevatori di conigli che da anni si batte per ottenere trasparenza nei mercati.

 

Dopo due anni, però, è tutto ancora in alto mare. Certo la segreteria Cun rispetto alla Borsa merci, che le fa i dispetti perché vuole essere in tutto e per tutto simile, mette a disposizione dei report ai commissari anche se non prontamente utilizzabili perché datati di tre mesi e verbalizza le dichiarazioni dei commissari, cosa che non avveniva minimamente nella borsa merci. Ma questi due vantaggi distintivi della cun sono stati annullati da un eccesso di potere conferito al segretario, che da arbitro si è spesso trasformato in giocatore, e dal trasferimento dei peggiori difetti presenti in borsa merci: il comitato della borsa merci formato unicamente dagli industriali è stato trapiantato nella cun con un atto d’ imperio e, in maniera unilaterale, deciderà sul prezzo in caso di disaccordo tra i commissari. Una bella conquista per la democrazia economica!

 

Il vice ministro Olivero non ha potuto rispondere su questo punto delicato che investe le libertà protette dall’ art 41 della Costituzione, in compenso ha dato risposta ad una interrogazione della senatrice Daniela Donno sul funzionamento della Commissione unica nazionale, che aveva chiesto al Mipaaf iniziative volte alla trasparenza e al superamento del conflitto di interessi in seno alla CUN.

 

Olivero ha affermato che “la CUN nasce quale mezzo di trasparenza” e trasparenza vuol dire informazioni vere. Però, in merito alla costituzione di una banca dati delle macellazioni, richiesta numerose volte dagli allevatori italiani, il Vice Ministro Olivero ha risposto che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, attraverso la  segreteria della CUN, “ha richiesto più volte al Ministero della salute di poter attingere direttamente dalle ASL i dati relativi ai carichi e alla macellazione dei conigli. Tuttavia, essendosi proposto detto Ministero di effettuare centralmente la raccolta dei dati dalle ASL a livello periferico, non è ancora pervenuto un riscontro in merito“. E’ opportuno precisare che stiamo parlando di appena 40 fax settimanali che un ramo del governo non riesce ad ottenere dall’ altro. Incredibile, ma vero! E’ come se due inquilini che abitano sullo stesso pianerottolo, non riescono a comunicare perché la colpa è del citofono difettoso.

 

Del resto, si sa la burocrazia è un ostacolo per i processi di trasparenza, nonostante le numerose riforme: “Con il testo unico sulla trasparenza non ci saranno più aree di opacità nell’operato della Pubblica Amministrazione”, aveva dichiarato proprio il ministro della Funzione Pubblica. Il vice ministro Olivero ha dimenticato che la bussola della trasparenza doveva accompagnare le amministrazioni, anche attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, nel miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi digitali. Invece, siamo di fronte ad un esempio di cattiva applicazione dell’ open government. Caro Olivero, basterebbe autorizzare i veterinari asl a comunicare giornalmente i numeri aggregati dei macelli dentro una banca dati ed il gioco della trasparenza è fatto nel rispetto della privacy.

 

Per quanto concerne invece la costituzione di una banca dati sull’import-export, il rappresentante del Governo ha segnalato che, pur fornendo l’ISTAT tali dati mensilmente (sia per i conigli vivi che per le carni macellate), si tratta tuttavia di quelli relativi a tre mesi prima non al mese corrente. Conseguentemente, “la cadenza settimanale delle riunioni della CUN non si sposa con la cadenza e con la disponibilità attuale dei dati sull’import-export forniti dall’ISTAT“.

 

Anche in questo caso, il vice Ministro Olivero, attraverso l’ Agenzia delle Dogane che in tempo reale gestisce queste informazioni, potrebbe far autorizzare dal Governo la immissione dei flussi giornalieri nella banca dati ed il gioco della trasparenza è fatto, senza dover attendere i tempi biblici dell’ Istat.

 

Ma per gli allevatori italiani – conclude la nota – ormai la trasparenza è una pretesa impossibile…disturberebbe i manovratori.

 

Ufficio Stampa Anlac

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