Società

Torre del Lago Elegia provinciale, 8 Agosto

elegia_provincialeVenerdì 8 Agosto 2014 – ore 18,30, presso il Parco della Musica del Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini, via delle Torbiere, Torre del Lago (LU) presentazione del romanzo

Elegia provinciale (Fratini, Firenze 2013), di Giancarlo Micheli

interverranno:

Rodolfo Tommasi, critico letterario e musicale e l’Autore, letture di brani del romanzo di Anna Estdahl, intermezzi musicali a cura dell’Accademia del Festival Puccini

A partire da una vicenda particolare della biografia pucciniana, il romanzo Elegia provinciale compone una plurivoca tessitura linguistica dalla quale riemerge all’esperienza umana e percettiva il vissuto della civiltà che all’alba del secolo scorso, nell’imminenza della Grande Guerra, dette vita e sangue alla trasformazione antropologica che ha contraddistinto il decorso storico fino alle forme attuali della violenza e dell’oppressione.


La FRATINI Editore ha inaugurato la collana I Calami, dedicata alla narrativa, con questo volume di Giancarlo Micheli, il quale non è una novità assoluta, ma la seconda edizione di un’opera che l’Editore considera di alto valore letterario e continua a promuovere, affinché abbia il riscontro di critica e di pubblico che merita e dia un consistente beneficio al dibattito culturale nel nostro Paese, il quale, purtroppo, si deve constatare di giorno in giorno più asfittico.

è stato scritto di Elegia provinciale:

“Siamo di fronte a un fenomeno di anaglittica lessicale, a scelte di finissimo intaglio espressivo: l’autore, prima, descrive la scena, dando l’impressione al lettore che le vicende non sarebbero state plausibili se non inserite in quel preciso contesto, quindi, introduce la sua musica, aprendosi al vento travolgente della poesia e della creatività totale.” Daniele Lutiin Alleo discovering contemporary cultures (Giugno 2008)

“Se dunque Elegia provinciale fosse andato in stampa allora, allorché fu affermato che il romanzo dovesse avere quale unico protagonista la scrittura – e da qui, naturalmente, Sanguineti, Balestrini, lo stesso Eco, sebbene a quel tempo di romanzi non ne scrivesse ancora –, ebbene io credo che l’opera di Micheli, in quella congiuntura, avrebbe completamente scompigliato tutte le carte e tutti i vetri, giacché essa, nella sua conduzione, affonda tranquillamente le sue lunghe radici nella fabula e, nella sua forma, abbatte i muri del tempo, così come riescono a fare soltanto gli scrittori veri.” Rodolfo Tommasi in Il Convivio (Ottobre 2013)

“L’intero universo stilistico dell’Elegia non è che volontà spregiudicata di lavoro sul prisma–parola, più ancora è insopprimibile desiderio di ricerca, lavoro di trovatore contemporaneo verrebbe da dire, o di spontaneo ma insopprimibile desiderio (e vocazione in Micheli) di allargamento del vocabolario rivelantesi, alla prova del lavoro, più che infinito, dalla sostanza infinibile. Ogni articolazione linguistica, per l’autore si fa quindi stile assoluto nel momento in cui il territorio lessicale è percorso per progressivo allargamento di confine.” Neil Novello

 

“L’episodio scelto da Micheli per descrivere l’età pucciniana a cavallo tra provincia profonda e contesto europeo è il suicidio, avvenuto a Torre del Lago nel gennaio del 1909, di Doria Manfredi, domestica, di casa Puccini, mentre il Maestro è alle prese con le arie della Fanciulla del West. Da una parte, un contesto sociale umile nel quale la terra e i suoi riti (le coltivazioni, i lavori manuali, la caccia, le funzioni religiose) sono gran parte; dall’altra l’ambizione della borghesia abbiente nel riconoscersi parte di un’Europa ‘comune’ superando le frontiere nazionali.” Giovanni Nardiin La NazioneCultura&Spettacoli (Marzo 2008)

“Ora voi provate a dilatare a uno scenario più vasto, europeo, quel piccolo mondo torrelaghese, provinciale anzi paesano, egoista e incarognito; applicate su scala più vasta la dinamica del disamore che sovrintende ai comportamenti degli uomini e delle donne di quel ‘mondo minimo’ e avrete la spiegazione della allora incombente finis Europae. Siamo infatti alla vigilia di quella guerra terribile, destinata a spazzare via una civiltà che aveva prodotto straordinarie realizzazioni economiche, civili, scientifiche, artistiche…” Luciano Lucianiin Arcipelago (Dicembre 2007)

“Si potrebbe qui ripartire da Duby e Le Goff, dalla nouvelle histoire – pensavano (grande illusione) che la Grande Storia venisse fatta dal basso, ignorando che la scrivono sempre i potenti e il corteo dei vincitori (cito il titolo d’una raccolta di poesie dell’ormai dimenticato Pietro Ingrao).” Mauro Baroni nella postfazione alla prima edizione (Baroni, Viareggio 2007)

“Grazie alla capacità del Micheli di offrire al lettore una trama non banale e non agiografica – riferendoci alla figura di Puccini – si assiste alla creazione di un romanzo davvero interessante, da cui viene bandita ogni retorica e si mantiene intatta l’attenzione nel seguire la vicenda di ogni personaggio, ben inserita nel contesto principale.” Elisa Davoglioin Literary Nr.11/2008

“Tutto questo l’io narrante di Micheli lo ottiene con la sterniana capacità d’intervento nell’opera, di cui è omnisciente direttore, attraverso un sottile dialogo con il lettore, che coinvolge nella conduzione del lavoro.” Fabio Flego in Erba d’Arno Nr. 112/113 (primavera-estate 2008)

“Giancarlo Micheli fa il romanziere. Lo fa con passo asciutto ed elegante, scegliendo ora il linguaggio del popolo, con le sue parole così antiche e cariche di vita, ora quello della bella società. Ma soprattutto lavora intorno a una storia minore per raccontare attraverso questa la vita, un pezzo di società di inizio Novecento.” in Il TirrenoSpettacolo&Cultura (marzo 2008)

 

“Le descrizioni dei paesaggi e degli ambienti, scritte con grande serenità, che riecheggiano Manzoni e Verga, fanno da degna cornice ai fatti del romanzo ed aiutano ad immaginare anche visivamente l’ ambiente in cui si svolgono queste elegie provinciali nascoste dal perbenismo.” Julius Franzot in Literary Nr.11/2007

 

“Con stile colto e raffinato l’Elegia provinciale aggiunge parti ‘ricostruite’ nel rispetto dei dati storici, integrati da note esplicative (oltre duecento) a piè di pagina.” Luciano Nanni in Literary Nr.2/2008

 

“Il romanzo si legge con grande interesse per la mole di informazioni che contiene e per la capacità dell’autore di far rivivere quello scandalo che quasi cento anni fa divampò nel microcosmo torrelaghese. Lo stile di Micheli è ricercato, forbito e letterario, con accensioni poetiche. Un libro intenso.” Umberto Guidi in La NazioneViareggio (Marzo 2007)

“Al centro di questo nucleo narrativo si pone infatti, quello che una certa ricerca psicologica definisce come «l’impero dei sensi». Micheli ne è un accorto gestore e riesce così a cavarne quella segreta trama che dall’elegia evocata nel titolo passa alla tragedia, e dalla tragedia al grottesco in una lunga filamentazione di occasioni, dialoghi e strutture narranti. Ciò che però più stupisce in queste pagine è la lingua che Micheli usa: una strana lingua davvero che attraversa tutto lo spettro delle sue possibilità, dalla retorica al dialetto, dall’anacoluto alla metafora più ardita.” Giuseppe Marchetti in La Gazzetta di Parma (Settembre 2007)

Giancarlo Micheli è nato a Viareggio il 3 febbraio 1967.  Si dedica alla scrittura, in versi e in prosa, da oltre vent’anni. Ha pubblicato tre romanzi: Elegia provinciale (Baroni, Viareggio 2007; seconda edizione Fratini, Firenze 2013), Indie occidentali (Campanotto, Udine 2008; premio internazionale “Nuove Lettere”, XXII edizione), La grazia sufficiente (Campanotto, 2010). Ha pubblicato, inoltre, le raccolte di versi Canto senza preghiera (Baroni, 2004), Nell’ombra della terra (Gabrieli, Roma 2008) e La quarta glaciazione (Campanotto, 2012; finalista premio nazionale Alpi Apuane, XXXI edizione). Suoi versi figurano nelle antologie L’ora d’aria dei cani (Baroni, 2003), Altramarea – poesia come cosa viva (Campanotto, 2006), Atti di Altramarea e Argonauti nel Golfo degli Dei (Arcipelago, Milano 2010),L’evoluzione delle forme poetiche (Kairós, Napoli 2013), e su alcune riviste letterarie: Poesia di Crocetti, Pagine, NLE, The Waters of Hermes, Isla negra, Il Convivio, Levure littéraire, La Urraka. Suoi articoli e saggi sono comparsi sulle riviste Zeta, La Mosca di Milano, Il Convivio, Erba d’Arno e nei volumi Percy B. Shelley – il cuore e l’ombra viva (Pezzini, Viareggio 2007), Il Mito nel Novecento letterario (Limina Mentis, Monza 2012) e Memoires (Limina Mentis, 2014).

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