La linea di confine solo una traccia sulla pagina
per passare la linea rossa.
… i miei segni sono decisi e ripetibili, passano e ripassano, tracciati senza
esitazione come seguendo il filo di una scrittura… vengono talvolta cancellati
e spezzati… raccontano episodi elementari: percorsi veloci sulla pagina piana
per passare oltre la linea…
La linea di confine, termine o sentiero tracciato con il colore sulla pagina
viene intersecato dalle linee di fuga che delimitano la forma passante e si
intersecano a loro volta…
Il movimento della memoria che inventa e racconta è tutto in questo andare e
venire attraverso lo spazio limitato che viene suddiviso in due parti dalla
linea colorata… la microstoria del confine è tutta in questa topografia
immaginaria che riesce a trovare realtà e significato con il segno tracciato…
una possibile mappatura inconsapevole sull’epidermide del foglio già scritto
che raccoglie errori, scarti, cancellature…
Il disegno allora è anche un progetto ideato per andare nel bosco dei cerri e
attraversare il sentiero tra gli alberi, passare oltre senza segnare nulla tra
il fogliame: solo il nastro bicolore che distendo rimane come testimone di tale
azione umana…
Le fotografie documentano la divisione del bosco in due parti e la memoria mi
sovviene quando realizzo sulla carta questi progetti grafici, azioni nel di-
segno e nella memoria della traccia nel bosco…
Due libri testimoniano per le biblioteche pubbliche e i collezionisti d’arte
il mio lavoro con il nastro attraverso il bosco e oltre il confine della linea
rossa o verde che lascio sulla mappa…
Un dialogo scritto con l’espressione e la pagina stampata consegnati alla
piccola storia.
Bruno Chiarlone Debenedetti