Api a rischio Primo rinvenimento in Italia di Aethina Tumida un nocivo parassita delle api
Il coleottero parassita delle api adulte, Aethina Tumida, recentemente è stato segnalato anche in Italia. Il rinvenimento del parassita è stato effettuato il 5 settembre u.s. da parte di personale dell’Università di agraria di Reggio Calabria che da marzo del 2014 aveva posizionato “nuclei esca” nelle vicinanze del porto di Gioia Tauro ritenuto un possibile sito di introduzione. Dopo il ritrovamento dei coleottero i nuclei sono stati sottoposti a trattamento tramite fumigazione e congelamento. L’11 settembre 2014 il Centro di referenza nazionale per l’apicoltura presso l’IZS delle Venezie ha confermato il primo accertamento in Italia della presenza, in un “nucleo esca” posto nel Comune di Gioia Tauro in località Sovereto (RC), di Aethina Tumida. Si tratta di un coleottero parassita degli alveari, esotico nell’intera Unione Europea e che è in grado di determinare notevoli danni che vanno dal consumo delle scorte di polline e miele fino ad arrivare alla distruzione dell’intera covata.
Il piccolo scarabeo dell’alveare, dell’ordine dei coleotteri; famiglia Nitidulidae) è originario del Sud Africa, recentemente è stato segnalato anche in Egitto, da qualche anno è presente anche negli USA dove ha causato non pochi danni infestando alcuni apiari in Georgia, in Carolina del sud, in Carolina del nord, in Pensilvania, nell’Ohio e nel Minnesota. Il piccolo scarabeo dell’alveare può essere un parassita distruttivo delle colonie dell’ape mellifera, esso infatti causa il danneggiamento dei favi cbandosi del miele immagazzinato e del polline. Se l’infestazione diventa sufficiente pesante, le api possono essere indotte ad abbandonare il loro alveare. Gli scarabei possono anche essere parassiti dei favi immagazzinati e del miele (nel favo) in attesa di essere estratto. Le larve dello scarabeo scavano gallerie tra le celle contenenti miele, alimentandosi e defecandovi, causando lo sbiadimento e la fermentazione del miele. L’Aethina tumida è stato conosciuto soltanto nelle regioni del sud dell’Africa in cui è stato considerato un parassita secondario delle api. Le informazioni del ciclo vitale sono conosciute soprattutto dagli studi in Africa del sud. Nessuno studio dettagliato ancora è stato intrapreso nelle regioniLarve di Aethina tumida su favi di miele differenti. Il piccolo scarabeo dell’alveare è un membro della famiglia delle Nitidulidae, la maggior parte di cui sono pulitori o scarabei della linfa. Lo scarabeo adulto è colore marrone scuro o nero e di circa a mezzo centimetro di lunghezza. Gli adulti possono vivere fino a 6 mesi ed in alveari infestati, possono essere osservati quasi dovunque, le femmine pongono le masse irregolari di uova in crepe o fessure dell’ alveare. Dalla schiusa delle uova nascono delle larve biancastre (simili a quelle della tarma della cera) e diventeranno 10 -11 millimetri di lunghezza. Le larve si alimentano con il polline e con il miele, dopo circa 10 – 16 giorni sono pronte alla metamorfosi che avviene sottoterra vicino all’alveare. Il periodo di pupa può durare circa 3 – 4 settimane. Gli adulti, riemergono dal terreno cercano gli alveari e le femmine generalmente cominciano la deposizione delle uova circa una settimana dopo l’emersione. Gli scarabei dell’alveare possono avere 4 – 5 generazioni all’anno durante le stagioni più calde. Il danneggiamento delle colonie e del miele immagazzinato causato dal piccolo scarabeo dell’alveare coincide con l’attività d’alimentazione delle larve. Intanto sottolinea Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, misure urgenti di controllo e prevenzione sono statite disposte dal Ministero della Salute
1) Rintraccio e controllo a destino degli apiari che hanno effettuato attività di nomadismo durante il periodo estivo nella Regione Calabria. Detti controlli dovranno essere finalizzati alla ricerca negli alveari degli stadi larvali e degli adulti di Aethina Tumida. L’esame nell’alveare dovrà essere effettuato sollevando i favi del nido considerato che questo coleottero tende a nascondersi nelle parti meno luminose dell’arnia.
2) In caso di rilevamento di adulti o stadi larvali che facciano sospettare la presenza di Aethina Tumida si dovrà ricorrere al sequestro di miele, favi e qualsiasi materiale veicolo di contagio;
3) Negli apiari di cui al punto 2) si dovrà ricorrere alla distruzione dell’intero apiario e al contestuale trattamento del terreno circostante che dovrà essere arato per una profondità di almeno 20 cm e trattato con sostanze anti larvali (es. permetrina al 40% )
4) L’applicazione dei provvedimenti di cui sopra dovrà essere comunicata puntualmente a questa Direzione generale.
Lecce, 13 settembre 2014
Giovanni D’AGATA