Ecco la mappa mondiale della felicità
L’Italia nelle retrovie ed addirittura tra le peggiori in uno degli indici di una ricerca di ‘Gallup and Healthways’
Gli abitanti di Panama si sentono bene a casa. Questo non è affatto il caso di siriani e afgani. Questo è il risultato di uno studio dal titolo “Global – Well-Being” (letteralmente “Benessere Globale”) condotta dall’ufficio di ricerca ‘Gallup and Healthways’ e pubblicata anche sul sito http://www.gallup.com/poll/175694/country-varies-greatly-worldwide.aspx.
Questa indagine, la più ampia del mondo in questo settore, ha mobilitato oltre 133.000 persone in 135 paesi. Si basa su cinque aree: la sensazione di avere uno scopo nella vita, la costruzione di una vita sociale, finanza, troveranno un posto nella società e salute fisica. Risultato: un adulto su sei nel mondo si sente piuttosto bene in tre delle cinque aree. Nord e Sud America mostrano un bel punteggio. I grandi paesi europei sono finanziariamente piuttosto felici. Questo studio dimostra anche che i soldi non portano sempre la felicità, come è la saggezza convenzionale.
I primi 10 paesi più felici in tre aree (o più)
Panama 61%
Costa Rica 44%
Danimarca 40%
Austria 39%
Brasile 39%
Uruguay 37%
El Salvador 37%
Svezia 36%
Guatemala 34%
Canada 34%
I dieci paesi in buona salute finanziaria:
Svezia 72%
Austria 64%
Danimarca 59%
Paesi Bassi 56%
Germania 55%
Islanda 54%
Belgio 52%
Canada 52%
Australia 48%
Bahrein 48%
I paesi che hanno il punteggio peggiore sono la Siria e l’Afghanistan (1%). Haiti e la DR del Congo compaiono anche in questa classifica.
I dieci peggiori paesi
Siria 1%
Afghanistan 1%
Haiti 3%
RD Congo 5%
Ciad 5%
Madagascar 6%
Uganda 6%
Benin 6%
Croazia 7%
Georgia 7%
Non è una sorpresa che l’Italia non compaia nella top ten dei paesi dove ci si sente più felici, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ed anzi risulterebbe il secondo peggior paese (9%) per quanto riguarda la considerazione “di trovare un posto nella società”. In questa speciale classifica saremmo secondi solo alla Armenia (8%) e prima di Bosnia Herzegovina (10 %), Croazia (10 %), RD del Congo (10 %), Azerbaijan (10 %), Montenegro (11 %), Haiti (11 %), Zimbabwe (11 %) e Serbia (12).
Lecce, 18 settembre 2014
Giovanni D’AGATA