Lo stato dell’euro e il suo impatto sull’economia italiana
I dibattiti che riguardano l’euro sono sempre molto accesi ed è difficile scindere quelli che sono i veri fatti dalle posizioni politiche, dai pregiudizi o dalle esperienze personali. Una panoramica a volo d’uccello sull’euro e sul suo impatto sull’economia italiana è molto utile per avere un vero quadro della situazione, al di là dei particolarismi e della posizione di certe parti politiche.
Non c’è alcun dubbio che il progetto di unità economica dell’Europa stia attraversando una crisi profondissima, dovuta a motivi molto complessi da analizzare e che si articolano su una scala continentale. L’Italia è sempre stata un paese “osservato speciale” all’interno della zona euro: è la terza economia dell’Unione, ma è anche un paese che ha un enorme debito pubblico e un’economia che, come dimostrano benissimo gli ultimi anni, ha una capacità di reagire alle crisi molto limitata. L’Italia è una potenza industriale fragile, con uno stato che non è in grado di sostenere l’economia nei momenti di crisi e che soffre di problemi strutturali gravissimi (dalla burocrazia ai tempi lunghissimi della giustizia, fino ad arrivare all’illegalità diffusa). A partire da trent’anni a questa parte, molte grandi produzioni si sono sempre più spostate su enormi bacini di manodopera a basso costo, come Cina o India. E l’Italia ha preferito inseguirle sul loro stesso terreno, abbassando forzatamente il costo del lavoro – vale a dire gli stipendi dei lavoratori – sperando di trattenere le aziende. Cosa che, inutile dirlo, non è avvenuta, lasciando un paese senza lavoro e con stipendi sempre più bassi, in cui i consumi calano sempre di più.
L’euro con tutto questo ha ben poco a che fare, anche se alcuni sostengono il contrario, né ha avuto un grande impatto l’andamento della coppia di valute EURUSD, che avrebbe inibito gli investimenti americani. In momenti di crisi, e su questo non c’è alcun dubbio, l’Italia aveva una grande ed efficace arma in passato: la svalutazione. Svalutando la lira era possibile attrarre investimenti stranieri e questo ora non è più possibile.
Tuttavia nessuna svalutazione può risolvere problemi strutturali che riguardano la posizione dell’Italia nel panorama industriale mondiale, una posizione che si fa sempre più difficile, a prescindere dall’euro. Senza il controllo strettissimo operato dalle istituzioni sovranazionali europee come la Banca Centrale i nostri politici avrebbero forse le mani più libere nell’economia del nostro paese, ma visto come vanno le cose ogni volta che l’attuale classe dirigente tenta grandi imprese economiche (e per maggiori informazioni basta guardare le inchieste) non si può essere certi che maggiore libertà sarebbe un bene.