Abusi su Minori: Save the Children, grandi passi avanti in Vaticano, a fronte di una completa disattenzione da parte delle istituzioni italiane.
Per i genitori, i luoghi maggiormente a rischio sono i centri sportivi (43%), seguiti da oratori e parrocchie (39%), e dalla scuola (38%). Ma cosa sta facendo a questo riguardo il Coni? E per la scuola il Ministero ?
La rimozione del Vescovo del Paraguay per aver coperto abusi su minori. L’arresto di un allenatore di calcio giovanile a Roma perché avrebbe perpetrato abusi sessuali ai danni di 13enni. L’istruttore di ballo della capitale accusato di aver insidiato quattro allieve 15enni.
“Tre delle notizie top delle ultime ore riguardano abusi perpetrati ai danni di minori da parte di persone che avrebbero dovuto avere cura di loro. Questo quadro desolante è la conferma della assoluta necessità di predisporre procedure efficaci per la tutela di bambini e adolescenti nei luoghi organizzati che frequentano abitualmente. Procedure che esistono, che, per esempio, Save the Children ha adottano in tutti i suoi progetti e che altre grandi organizzazioni stanno via via predisponendo”, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Il Vaticano ha istituito una commissione che sta elaborando delle linee guida per la protezione dei bambini, mentre nel nostro Paese tutto tace a questo riguardo, ed anche i nostri appelli cadono nel vuoto al di là dell’indignazione di rito”.
I dati raccolti da Save the Children disegnano infatti una fotografia molto chiara dei luoghi che, secondo i genitori, sono maggiormente a rischio di abusi sui minori da parte degli adulti di riferimento: i centri sportivi (43%), oratori e parrocchie (39%), e poi la scuola (38%). Ma la cosa più grave è l’assenza di un sistema di prevenzione e tutela condiviso e conosciuto che in oratori e parrocchie non esiste secondo la maggioranza dei genitori (84%) e dei ragazzi (87%). Una mancanza che si registra anche nei luoghi dello sport organizzato (rispettivamente 75% e 73%), un po’ meno a scuola (43% e 57%), mentre sarebbe quasi assoluta nei vari centri ludico-ricreativi (91% e 90%).
“Non possiamo continuare a nascondere la testa sotto la sabbia”, continua Valerio Neri. “Tutte le istituzioni, educative e sociali, devono immediatamente dotarsi di procedure e di un codice di condotta per proteggere i minori nei luoghi di loro competenza frequentati ogni giorno da bambini e adolescenti in ogni città.”
A questo proposito Save the Children ha creato un sistema di tutela dagli abusi che viene adottato in tutti i progetti realizzati dall’Organizzazione e dai partner che con essa collaborano. Solo offrendo ai minori stessi riferimenti e strumenti certi e riconosciuti per segnalare il sospetto o il rischio di abusi si può ottenere un effetto deterrente, e rompere il muro di paure e imbarazzo che rende difficile, o a volte impossibile, intervenire tempestivamente a loro protezione.
“Quello che la nostra organizzazione auspica, è che questo tipo di linee guida possano essere adottate al più presto da tutte le istituzioni che hanno un ruolo fondamentale nella regolamentazione di questi spazi, a partire dal Ministero dell’istruzione per quanto riguarda la scuola, la Presidenza del Consiglio e il Coni per le associazioni sportive e anche da tutte le organizzazioni, laiche o religiose che hanno in carico bambini e adolescenti”, conclude Valerio Neri.