Italia

Meglio a Gratteri che all’ndrangheta.Francesco Calabrò regala i terreni di Gerace

NDRANGHETA-1 (2)Accade a Gerace, accade che Francesco Calabrò  continua ad essere bersaglio del crimine organizzato. La prima volta era il 1997, era estate, era il giorno del suo matrimonio ed ignoti han dato fuoco ai magazzini dei suoi uliveti . Poi una sequela di avvertimenti, atti e minacce, l’ultimo domenica scorsa. In fiamme  2 ulivi secolari mentre suo padre si trovava a poche decine di metri, nello stesso appezzamento di terreno.  Da lì la decisione drastica: Gerace scrive una lettera aperta a Nicola Gratteri per comunicargli che voleva regalargli i suoi terreni: “Meglio a lei che alla ‘ndrangheta”. 

Francesco Calabrò non è uno qualunque infatti è un ricercatore dell’università di Reggio Calabria, città nella quale vive con la sua famiglia. A Gerace invece abiterebbe Grateri.

L’azienda di Calabrò è ormai improduttiva.   I terreni invece fanno gola e così la devastazione è continua. Scrive Calabrò “Mentre qualcuno dava fuoco agli alberi, all’ingresso dell’uliveto c’era la mia macchina e tra le piante c’era mio padre. E’ un segnale chiaro. Chiaro e da non sottovalutare. Per questo ho deciso di regalare tutto a Gratteri. Per noi è diventato pericoloso”.   
 “Gentile giudice Gratteri, tra i tanti aspetti della Sua storia che hanno da sempre suscitato la mia ammirazione, ce n’è uno che oggi mi appare particolarmente significativo: la Sua passione per la Sua Terra testimoniata attraverso un gesto semplice, quello della coltivazione diretta di un orto”. “La Calabria, per risolvere i suoi tanti problemi non ha bisogno di soldi (che in genere alimentano i problemi anziché risolverli…) quanto di gesti simbolici che facciano capire ai calabresi qual è la direzione da seguire, quali gli esempi da imitare, come cambiare mentalità”.  “Il Suo esempio mi aveva fatto pensare che avevo l’obbligo morale di prendermi cura personalmente degli uliveti dei miei avi che, ironia della sorte, si trovano a poche centinaia di metri da casa Sua. Ma forse mi sbagliavo. Sono anni che i terreni della mia famiglia sono oggetto di continui danneggiamenti: noi denunziamo, forniamo agli inquirenti ogni informazione utile all’identificazione dei colpevoli (ex galeotti assolti, guarda caso, dal reato di associazione mafiosa, oggi conduttori di note aziende agrituristiche), ma le nostre denunce finiscono per ritorcersi contro di noi, veniamo anche condannati a pagare le spese processuali”.
 “Ora il livello delle intimidazioni ha superato il limite: pur di costringerci a svendere le nostre proprietà, nei giorni scorsi sono stati incendiati i nostri ulivi secolari in nostra presenza (!) e i carabinieri non sono venuti neanche a constatare i fatti! Adesso basta, non intendo più perdere la mia serenità, mettere a repentaglio la mia vita e quella dei miei cari nel generale disinteresse (o peggio contro la collusione) delle istituzioni. Visto che a Lei è consentito ciò che non è consentito a me, fissi un appuntamento da un notaio di Sua fiducia e io Le regalerò i miei terreni: meglio a Lei che alla ‘ndrangheta”.

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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