Olbia: presidio permanente Meridiana.
1600 Esuberi a turno dalle 5.30 alle 00.30 per 30 giorni
Olbia 25 settembre 2014 – Giorni intensi e decisivi per i lavoratori Meridiana che dopo la revoca della procedura di licenziamento per oltre il 70% dei dipendenti da parte dell’amministratore delegato Roberto Scaramella, su pressione dei Ministri del trasporto e del lavoro Lupi e Poletti e delle Istituzioni sarde e lombarde, continueranno il presidio permanente presso l’aeroporto di Olbia Costa Smeralda per spiegare ai passeggeri, ai media e all’opinione pubblica la propria situazione e da dove nascono gli oltre 1600 esuberi strutturali previsti dal management aziendale:
- I voli Meridiana attualmente non sono operati dalla compagnia, ma dalla controllata Air Italy o altri vettori stranieri. Air Italy al 100% di meridiana SPA solo nel 2013 ha registrato un passivo pari a 46 milioni di euro. E’ quindi ben lontana dall’essere un business vincente.
- Il call center Meridiana di Olbia, secondo il piano della compagnia, sarebbe stato completamente trasferito a Trieste presso GAP ITALIA, call center privato che già si occupa di gestire parte dell’operativo aziendale.
L’aeroporto viene presidiato in attesa di un NUOVO PIANO AZIENDALE che preveda il superamento del dualismo aziendale (Meridiana – Air Italy) e il ritorno delle attività della compagnia aerea ai dipendenti della compagnia stessa, perché come ribadito dalle sigle sindacali anche in Consiglio Comunale a Olbia e al Ministero durante il tavolo interministeriale, il lavoro c’è, il settore è in crescita (l’aeroporto di Olbia ha registrato un + 8% la scorsa estate dati Assoaeroporti) ma viene tolto ai dipendenti Meridiana e esternalizzato, sia al call center di Trieste per quanto riguarda il segmento lavoratori di terra, sia a altre compagnie (la controllata Air Italy o compagnie estere rumene, slovacche, spagnole) per il segmento lavoratori di volo.
Quasi tutte le sigle sindacali hanno firmato un volantino unitario (CGIL, CISL, UGL, USB, APM) in cui chiedonoZERO ESUBERI e l’allungamento della CIGS per altri due anni, in modo che si possa elaborare un reale piano di rilancio aziendale in un settore stimato tra i pochi in crescita a due cifre.
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