Discorso del sindaco Nicola Sanna per il saluto del generale Manlio Scopigno
Cerimonia di saluto al gen. Manlio Scopigno
25 settembre 2014, Palazzo Ducale – ore 20,30
Signor Generale,
illustri Autrorità,
gentili Ospiti,
appena conclusa la cerimonia religiosa, ci ritroviamo qui in questa storica sede della Municipalità, luogo di riunione della nostra Assemblea civica. Già il luogo vuol indicare l’alto significato che l’Amministrazione intende dare a questo momento di saluto al Comandante della Brigata Sassari, che domani mattina celebrerà ufficialmente il suo ritorno dalla recente missione dall’Afganistan e, insieme, il passaggio di consegne tra Lei, generale Scopigno, e il suo successore alla guida dei “Sassarini”, il generale Nitti.
Il saluto, ogni saluto, anche quelli rivestiti dal carattere della “ufficialità”, è sempre un momento dai forti risvolti emotivi. Questo di stasera non fa eccezione, e ancor di più quando esso è preparato dal rito da poco celebrato ed è introdotto dalle note dei nostri valenti giovani musicisti. Non pronuncierò allora un lungo discorso, sia per non suscitare in tutti i presenti ulteriore commozione, sia perché luogo e contesto dicono già tutto. Solo tre parole, dunque, un augurio e una esortazione.
Grazie, signor Generale, per come ha saputo guidare la nostra Brigata in questi anni e durante le impegnative e complesse attività e missioni, qui e all’estero e grazie per come ha voluto e saputo essere non solo sassarino ma anche sassarese. E quale segno di questa appartenenza alla città e alle sue tradizioni, le consegnerò tra poco una targa, che rappresenta la più nobile e antica tra di esse, a cui Lei è particolarmente legato: i nostri Candelieri, da quest’anno non più solo patrimonio di Sassari ma dell’Umanità, così come riconosciuto dall’UNESCO.
Congratulazioni, per i brillanti obiettivi raggiunti durante il suo comando; siamo certi non inferiori saranno i traguardi e i successi che conseguirà nei prossimi incarichi che le saranno affidati dall’Esercito.
Arrivederci, perché questo non è ne vuole essere, né da parte nostra né, lo sappiamo bene, da parte sua, un addio.
Queste le tre parole. L’augurio, infine, è quello proprio che i sassaresi si scambiano in occasione della Faradda e l’esortazione è quella che da un secolo contraddistingue i sassarini: “a zent’anni!” e “Forza paris!”