L’Aeegsi ha fatto però notare, inoltre, l’inapplicabilità della norma, perché per rendere continuativo il decreto, sarebbe necessario rivedere i sistemi di fatturazione delle imprese venditrici e distributrici. Tali costi, però, ne cancellerebbero i benefici. Il governo, da canto suo, ha subito messo una pezza al decreto competitività, che sarà ridiscusso a data da destinarsi. Per cui, dal prossimo anno e fino a quando non sarà apportata la modifica, se l’energia autoconsumata resterà inferiore al 10 %, entrerà in vigore un regime transitorio, la cui maggiorazione andrà a colpire solo le componenti fisse degli oneri generali; il risultato che si otterrà, sarà identico a quello preventivato dal decreto.
Per quanto riguarda i punti di prelievo per la bassa e la media tensione (anche in Seu/Seeseu), l’Autority dovrà decidere l’importo delle aliquote riferite alle componenti tariffarie A2, A3 e A5. Da una prima valutazione, il contributo aumenterà di 30-40 euro annui per la bassa tensione, mentre per la media tensione aumenterà di 1.000 euro. Invece per ogni piccola impresa che utilizza energia di media e alta tensione (compresi in Seu/Seeseu e Riu), sarà applicato un sistema di maggiorazione fissa a conguaglio, calcolata in base al consumo dichiarato.
L’Autority ha dato tempo fino all’8 novembre c.a., per inviare eventuali osservazioni, facendo riferimento al documento di consultazione e sul quale sono già state fatte critiche sull’iniquità e l’approssimazione degli aumenti per la bassa e media tensione.