Italia

Cucchi, Coisp: “Le morti violente che non hanno trovato giustizia sono ben altre. Basta cercare un colpevole ad ogni costo!”

Coisp: ” Se si vogliono spiegare certe responsabilità si guardi altrove, magari in famiglia!”

“E’ davvero il momento di smetterla con le pesanti recriminazioni contro il sistema istituzionale perchè non se ne può veramente più. Basta con il rifiuto delle sentenze, ma solo quando non fanno comodo. Basta con questa smania giustizialista che punta agli Appartenenti alle Forze dell’Ordine e che spinge sempre e solo a cercare la pagliuzza negli occhi degli altri… Basta con questa illogica ed insostenibile ricerca del colpevole ad ogni costo, perché a dire la vera verità le morti realmente violente che oltre tutto non hanno trovato giustizia né responsabili a cui far pagare il conto sono ben altre. Basta con questa non più sopportabile cantilena dell’inspiegabilità di un evento sia pur triste e luttuoso, se si vogliono sondare le ragioni di certe sciagure si guardi prima di tutto altrove, magari in famiglia”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, in un durissimo commento che segue alla sentenza di secondo grado con la quale, ieri, la Corte d’appello di Roma ha assolto tutti gli imputati coinvolti nell’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, il “geometra” romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nell’ospedale “Sandro Pertini”. Una pronuncia cui sono seguite pesantissime recriminazioni da parte soprattutto dei familiari di Cucchi, che hanno criticato la pronuncia dei giudici definendola inspiegabile, assurda, vergognosa e quant’altro, perché a loro dire non è possibile che il proprio congiunto sia morto senza che qualcuno ne sia responsabile.

“Siamo rimasti ben più di qualche ora a riflettere dopo tutti questi sfoghi, per la verità eccessivi ed infondati – aggiunge adesso Maccari -, per il solito e consueto limite che viene spontaneo porsi di fronte al lutto ed al dolore altrui, e perché sappiamo bene che dire la verità significa prestare il fianco alle solite accuse di cinismo e crudeltà che spesso ci sono già piovute addosso solo perché siamo fra i pochi che hanno il coraggio di non mentire. Ma l’ipocrisia non ha mai aiutato nessuno, anzi. E continuare a leggere ed ascoltare certe cose, ci impone come sempre di dire la nostra consci e certi di diffondere il pensiero i tutti i colleghi. E’ ora che le persone che normalmente cercano attorno a sé i capri espiatori per spiegare tutto quello che non funziona nella loro vita, comincino ad assumersi le proprie responsabilità. Le Forze dell’Ordine hanno un lavoro da svolgere e continueranno a farlo, senza che questo continuo tiro al bersaglio possa intimidirle o scalfirne il senso del dovere. Dopo di che, se e quando il Paese riterrà che il nostro servizio non serva più, allora torneremo a vite più umane e serene. Ma fino ad allora il nostro servizio continueremo a svolgerlo lealmente come sempre, anche se purtroppo qualcuno vuole affermare che non solo non vale nulla, ma che addirittura rappresenta un pericolo per gli altri. Non possiamo che considerarli deliri dovuti al grande dolore della perdita di una persona amata, chiedendoci però se altrettanta foga e perseveranza sia stata profusa quando quella persona era in vita per affrontare altre questioni. In tutti i casi, certamente affermare che la morte di Stefano Cucchi sia colpa dei giudici che non hanno ravvisato responsabilità in chi lo ha avuto in consegna o, prima ancora, di chi lo ha avuto in consegna secondo i precisi dettami della nostra professione, è qualcosa che non sta né in cielo né in terra e di cui, sinceramente e bando all’inutile pietismo, non se ne può davvero più”.

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