Sequestro e morte di Aldo Moro: pista Usa e Sismi. Stabilizzare l’Italia contro i comunisti?
Il caso Moro, la morte di Aldo Moro continua ad essere uno dei casi più complicati della storia italiana. Una triste pagina, intrigo, mistero, politica continuano ad aleggiare intorno al caso Aldo Moro. Una storia infinita. Ci sarebbero però delle novità. Il procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli, ha chiesto alla procura della repubblica di procedere formalmente a carico di Steve Pieczenik, funzionario del Dipartimento di Stato Usa ai tempi del sequestro, in quanto vi sarebbero “gravi indizi circa un suo concorso nell’omicidio” del presidente della Democrazia cristiana. Pieczenik, ‘inviato’ informale del governo americano, era il superconsulente Usa del governo di Giulio Andreotti e soprattutto del ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, per la gestione della crisi aperta dal sequestro di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Così scrive La Repubblica.
Sembra proprio che Pieczenik sia uno dei tanti misteri che aleggia intorno alla vicenda Moro. Pieczenik sarebbe uno psichiatra, esperto di terrorismo, lauree alla Cornelle e ad Harvard e specializzato al Mit, e sarebbe persino una sorta di ‘commissario straordinario’ inviato dagli Usa in Occidente per controllare lo stato di crisi italiano in quegli anni. Intorno al 2008 Pieczenik in un libro intervista avrebbe dichiarato la di “manipolazione strategica” intorno al sequestro Moro e la presunta necessità di uccisione di Aldo Moro. Secondo quanto riporta La Repubblica, l’uccisione di Moro sarebbe stata importante per la stabilizzazione dell’Italia, dove in quegli anni il Partito Comunista stava per avere accesso al Governo.
Nel 2008 si era dato poco peso alle dichiarazioni di Pieczenik anche se sembrerebbe che la magistratura avesse chiesto informazioni al Dipartimento di Stato Usa sul ruolo dell’ex funzionario e l’amministrazione Obama avrebbe aperto un’inchiesta sul caso.
Adesso il procuratore generale della corte d’appello avrebbe puntato sulle rivelazioni dell’ex ispettore di polizia Enrico Rossi che aveva ipotizzato la presenza di agenti dei Servizi, a bordo di una moto Honda, in via Fani, a Roma, la mattina dell’agguato in cui venne uccisa la scorta di Moro e fu rapito lo statista.
Può essere? Cosa è successo in via Fani? Un eterno mistero? Veramente gli Usa volevano modificare il corso della storia di Italia con l’uccisione di Aldo Moro?
Adesso, secondo quanto si legge su La Repubblica il pg ha quindi disposto la trasmissione della richiesta di archiviazione al procuratore della Repubblica di Roma con un documento di circa 100 pagine perchè però si “proceda nei confronti di Steve Pieczenik in ordine al reato di concorso nell’omicidio di Aldo Moro, commesso in Roma il 9 maggio 1978”. Si sottolineerebe “sono emersi indizi gravi circa un suo concorso nell’omicidio, fatto apparire, per atti concludenti, integranti ipotesi di istigazione, lo sbocco necessario e ineludibile, per le BR, dell’operazione militare attuata in via Fani, il 16 marzo 1978, ovvero, comunque, di rafforzamento del proposito criminoso, se già maturato dalle stesse BR”.
Nel filone di inchiesta tornerebbero di prepotenza anche le piste legate al Sismi, infatti il colonnello Camillo Guglielmi, avrebbe dovuto essere indagato con l’accusa più grave di concorso nel rapimento di Moro e nell’uccisione della sua scorta. Ma nei suo confronti, rileva il Pg, non si può promuovere l’azione penale perché è morto. Guglielmi era finito nelle inchieste sulla strage perché non aveva dato spiegazioni ritenute plausibili dai magistrati sulla presenza in via Fani al momento in cui scattò l’agguato delle Brigate rosse.
“L’uccisione di Aldo Moro non fu un omicidio legato solo alle Brigate Rosse. Sul palcoscenico di via Fani c’erano i nostri servizi segreti e quelli di altri Paesi stranieri interessati a creare caos in Italia”. Scrive La Repubblica riportando le dichiarazioni di Luigi Ciampoli, sentito dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento dell’ex presidente ella Dc, avvenuto il 16 marzo del 1978.
Ciampoli, ascoltato in audizione dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, ha detto poi che “l’uccisione di Aldo Moro non fu un omicidio legato solo alle Brigate Rosse. Sul palcoscenico di via Fani c’erano i nostri servizi segreti e quelli di altri Paesi stranieri interessati a creare caos in Italia”. Quanto al ruolo di Pieczenik, Ciampoli ha spiegato: “Abbiamo chiesto alla Procura di Roma di approfondire ai fini della configurazione di un reato la posizione di Steve Pieczenik che riteniamo possa essere l’ispiratore dell’omicidio di Aldo Moro. La sua autoreferenzialità era esasperata e quasi schizofrenica – ha detto il pg – perché lui in una intervista a Giovanni Minoli su Rai Storia raccontò che Moro doveva morire perché in questo modo si sarebbero destabilizzate le Brigate Rosse. Noi abbiamo acquisito il cd di quell’intervista televisiva e tutto il girato completo e siamo convinti – ha concluso Ciampoli – che la sua posizione meriti un approfondimento da parte della Procura”.
Fonte La Repubblica