Salute

Bambini sovrappeso in Liguria: cosa fare

images (1)Imperia- Più del venti per cento dei bambini che frequentano la scuola primaria è già in sovrappeso ed addirittura oltre il dieci per cento è obeso. Si tratta di un dato allarmante, che invita a riflettere sulla qualità dell’alimentazione delle nuove generazioni. Di questo e dell’importanza di intraprendere direttamente in classe dei percorsi sul corretto stile di vita si è parlato ampiamente a Imperia durante il Forum dedicato alla Dieta Mediterranea, organizzato da Camera di Commercio di Imperia e Azienda Speciale Promimperia. Un tipo di dieta che è ormai considerata in tutto il mondo la più equilibrata e sana. Durante il convegno dedicato
proprio al tema “Educazione alimentare e Dieta Mediterranea, basi formative per Expo 2015”, è stata presentata questa iniziativa coordinata dal Capo Progetto Comitato di candidatura EXPO Milano e Presidente del Comitato Educazione Alimentare del MIUR Riccardo Garosci. Nel suo intervento Garosci ha sottolineato come “l’Expo non sia una fiera commerciale quanto un’esposizione universale di elevato valore culturale in cui il Forum, per le tematiche che tratta e per i valori culturali che esprime, trova il giusto collocamento. In particolare, da sempre il Forum ha avuto un occhio attento verso l’educazione alimentare nei ragazzi in età scolare, proponendo e portando avanti percorsi condivisi con il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca”. Le statistiche evidenziano quanto sia incidente sulla qualità della vita della popolazione una cattiva abitudine alimentare, spronano a continuare a investire tempo e risorse in questo genere di attività. “ Per il loro valore educativo – ha detto Garosci- queste iniziative rappresentano uno degli argomenti più validi per l’Expo a Milano, in cui il tema sarà proprio dedicato a come nutrire il pianeta, non solo oggi ma anche nel futuro”. “Non sono soltanto i bambini a manifestare tali problematiche alimentari – ha anche detto Alexis Malavazos, medico e fondatore del progetto E.A.T. Educazione Alimentare Teenagers – i dati che ci fornisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, parlano di una percentuale di adulti in sovrappeso a un passo dal 35% e di poco meno del 10% della popolazione italiana che risulta addirittura obeso, a fronte di un 3,4% sottopeso.

Gli interventi di educazione alimentare che hanno avuto finora maggior successo sono quelli che hanno visto il coinvolgimento delle famiglie, scuole, operatori della salute e comunità, che promuovono una sana alimentazione ma anche l’attività fisica, la diminuzione di sedentarietà, la formazione dei genitori e l’educazione nutrizionale, ma soprattutto che questi interventi siano continui nel tempo e non sporadici. I fattori che contribuiscono maggiormente all’aumento dell’obesità giovanile sono infatti lo stile di vita sedentario, la diffusione di comportamenti alimentari rivolti al consumo di alimenti ad alto contenuto calorico ed elevato indice glicemico e l’ambiente circostante obesogeno, in cui tali cibi risultano facilmente reperibili attraverso distributori automatici localizzati in ambienti pubblici con cui ci troviamo a interagire”. A questo punto assume una primaria rilevanza la valorizzazione delle materie prime alimentari. “ Attualmente oltre tre milioni di persone, soprattutto giovani, soffrono di disturbi alimentari – ha precisato Giorgio Donegani Presidente della FEI Fondazione Italiana Educazione Alimentare – e ad influenzare il loro comportamento sono una serie di fattori fisiologici, psicologici, economici, etici, religiosi, storici, sociali e geografici. Mentre nel mondo animale nutrirsi è un semplice atto fisiologico per l’uomo mangiare rappresenta una espressione culturale, carica di valori e significati che siano, per il suo modo di pensare, totalmente accettabili anche se spesso accade che tra alimento e consumatore si manifesti una distanza dovuta alla non consapevolezza del significato simbolico di ciò di cui ci si nutre”. Come si può superare ciò? “ Trasformando un pensiero acritico in atteggiamento consapevole- ha concluso Donegani- assaggiando, cucinando, osservando, parlando e confrontando oltre naturalmente ad evolvere il nostro modo di pensare da semplice consumatore a cittadino. Ma soprattutto con progetti di educazione alimentare che nascano dalla sinergia di istituzioni responsabili per più aree di intervento – come la scuola, la salute, l’ambiente e le politiche alimentari – e del territorio di riferimento, con interventi sulla produzione, sulla distribuzione, sulla ristorazione e sulla comunicazione”. Tra gli interventi, anche quello del Direttore di INRAT – Istituto Nazionale della Ricerca Agronomica della Tunisia Ben Hammouda, che si è soffermato su quelli che sono gli aspetti sociali del cibo.
PAOLO ALMANZI

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