C’è chi può storcere il naso di fronte al ‘bio-bus’ che entra in servizio per la prima volta nel Regno Unito, ma di sicuro la promessa è quella di abbattere l’impatto dei trasporti pubblici sulle emissioni e quindi sull’ambiente. Il veicolo da 40 posti infatti, che fa la spola fra l’aeroporto di Bristol e il centro della città termale di Bath, funziona a biometano, ricavato dal trattamento di escrementi e rifiuti alimentari, il cosiddetto ‘umido’.
I creatori assicurano che l’olfatto di nessuno corre rischi perché nella produzione del gas dal liquame, biometano, per l’appunto c’è una fase di purificazione che evita la permanenza dei cattivi odori. Non è un caso se questi innovativi veicoli sono stati ribattezzati dai media britannici come ‘poo-bus’ (cacca-bus). La stessa Bath Bus Company, che li ha introdotti, ha scelto, in modo molto ironico, di raffigurare sulle fiancate un disegno di alcune persone sedute sul gabinetto. Si calcola che per fare il pieno di gas nel serbatoio, posto sopra il veicolo, servano i rifiuti organici prodotti da cinque persone nell’arco di un anno. Il bio-bus ha una autonomia di 300 chilometri. Una notizia che può far sorridere – rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” – ma che comunque potrebbe rappresentare un’importante svolta dal punto di vista ambientale anche perché segna un significativo punto di rottura con la lobby del petrolio e fa ben sperare in un futuro più sostenibile e meno dipendente dall’oro nero.
Lecce, 23 novembre 2014
Giovanni D’AGATA