Ancora sul caso del mediatore morto di meningite a Crotone, il COISP
Mediatore morto di meningite a Crotone, il Coisp dopo la risposta del Ministero: “Pronta ma non esaustiva. Dal territorio continuano a smentire certe notizie, e dove sono gli atti ufficiali? Sono questioni che non si possono gestire nel chiuso delle stanze…”
“Prendiamo atto della prontissima risposta che ci è giunta dal Dipartimento, nel giro di 24 ore dalla nostra missiva relativa al decesso per meningite di un mediatore culturale avvenuto a Crotone, ma non possiamo che rilevare quanto essa sia purtroppo non esaustiva e come anzi confermi, in sostanza, le circostanze che abbiamo lamentato e denunciato chiedendo interventi concreti e ufficiali dei quali, però, ancora non v’è traccia”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, è tornato a scrivere al Capo della Polizia, Alessandro Pansa, a seguito della nota ricevuta dall’Ufficio Relazioni Sindacali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in risposta alle sollecitazioni fatte dallo stesso Sindacato a proposito del drammatico episodio avvenuto in Calabria dove Mohamed Ebno Errida, di 37 anni, di nazionalità marocchina, mediatore culturale che lavorava nel Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto (Kr) per un’agenzia privata che opera per conto del Ministero dell’Interno, che era stato colpito da meningite, è morto nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Crotone.
Letta la risposta ricevuta dal Dipartimento, però, Maccari ha prontamente replicato, basandosi proprio sulla stringata comunicazione in cui si rileva che: “…risulta che già da pomeriggio 27 novembre sono state attuate, a cura dell’Asl locale, tutte le misure di prevenzione atte a sanificare gli ambienti di contatto” e che “contestualmente è stata tempestivamente avviata dall’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Crotone la profilassi per il personale della Polizia di Stato, nonché sono state fornite le occorrenti comunicazioni a tutto il personale per il tramite dei Dirigenti”… e così via ….
“Ebbene – ha scritto il Segretario Generale del Coisp -, il tutto corrisponde esattamente a quanto da noi denunciato, nel senso che anche dal Dipartimento si fa riferimento a poco più di un “sentito dire”. Ed è proprio questo il nocciolo della questione. Il vero problema è che se per il Dipartimento i referenti sono l’Asl o Uffici vari, per noi i referenti sono i colleghi che operano sul territorio, che hanno vissuto in prima persona questa assurda vicenda e che smentiscono in sostanza una “versione ufficiale” non corroborata da atti di alcun genere. Ora, non si capisce in base a cosa siamo noi a dover avere torto. È ovvio che speriamo che sia così, visto che questa, per noi, non è una gara e l’unica cosa che conta è la salute dei Poliziotti, … ma deve essere provato che sia proprio così!”.
“Certe questioni – ha aggiunto Maccari – come quelle che riguardano la salute dei Poliziotti che operano a Crotone, al pari di tutti quelli che operano nel Paese, e tutti gli altri diritti che spettano loro e che noi difenderemo fino all’ultimo respiro, non sono cose che possano essere affrontate nel chiuso degli uffici o gestite come un banale e fastidioso contrattempo. Del resto, Signor Capo della Polizia, ammetterà che anche una “banale” pediculosi in un asilo o in una scuola elementare viene affrontata e gestita con maggiore rigore e trasparenza, richiedendo certificati medici e quant’altro prima che i bambini possano rimettere piede nelle aule. Qui parliamo di una persona morta di meningite, non di raffreddore. Una persona che ha operato a contatto con centinaia e centinaia di altre persone, che fino al giorno prima ha dormito nel proprio letto e che l’indomani ha accusato un male mortale. E non c’è traccia di documenti, atti o provvedimenti scritti che riguardino tutti noialtri che accanto a lui abbiamo operato? E come è possibile? Dove sono le note ufficiali, a firma del Questore di Crotone, dirette ai colleghi? Dove sono i certificati dell’Ufficio Sanitario della Questura? Dove sono gli atti in cui è messo nero su bianco che gli ambienti di lavoro sono perfettamente salubri? Quando sono iniziati e dove sono terminati gli accertamenti finalizzati a stabilire se tutto non abbia avuto inizio proprio in quel centro che ospita migliaia di persone che vanno e vengono?”.
“Il Coisp – ha ribadito il leader del Sindacato Indipendente – ha da subito lamentato la totale assenza di informazioni ufficiali, e con ciò si intende qualcosa di cui possiamo trovare traccia, rivolte ai colleghi impegnati presso il medesimo Centro per Immigrati e negli altri Uffici interessati anche dalla presenza del mediatore deceduto, nonché la mancata attivazione in via ufficiale di procedure sanitarie e la dovuta assistenza ai colleghi. Non meno importante, ha lamentato la mancata approfondita verifica delle circostanze in cui lo sfortunato mediatore ha contratto il gravissimo male, senza che si possa dunque escludere con certezza che tutto possa aver avuto inizio all’interno di uno dei più grandi Centri per immigrati esistenti in Europa, qual è quello del S. Anna a Isola Capo Rizzuto (KR), rispetto al quale proprio il COISP ha avuto modo di denunciare da tempo condizioni assolutamente precarie e rischiose sotto vari profili, anzitutto quello sanitario”.
“Sono tutte questioni – si legge in chiusura della missiva a Pansa – che, Egregio Signor Prefetto, nonostante la sollecita quanto breve risposta ricevuta dal Dipartimento, rimangono tutt’ora senza alcun chiarimento soddisfacente”.