Centro Sperimentale di Cinematografia “Il transito dei migranti in Italia”
Giovedì 11 dicembre il Centro Sperimentale di Cinematografia sarà luogo di incontro e confronto fra i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e la cittadinanza su un tema difficile come “Il transito dei migranti in Italia”.
Un evento organizzato dal VII Municipio Roma Capitale per focalizzare l’attenzione su Palazzo Selam, in cui da anni opera l’Associazione Cittadini del Mondo.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia, come ha fatto soprattutto in questi ultimi anni il cinema italiano, vuole seguire da vicino l’odissea di tanti rifugiati che approdano in Italia verso un futuro possibile. Tra cronaca e finzione il cinema ha raccontato e racconta storie di arrivi e di speranza, di accoglienza e di rifiuto, di emarginazione e di integrazione, ispirate a vicende reali e all’atteggiamento contraddittorio della società, portando alla ribalta gli altri per svelarne debolezze, sogni, paure, ipocrisie e anche orrori.
Dalle ore 16 nell’Aula Magna del CSC
MARE NOSTRUM L’operazione Mare Nostrum: obiettivi, modalità di intervento, prospettive
Seguirà la proiezione di due documentari di Chiara Sambuchi “L’Europa o la morte” (2013) e “Palazzo Selam” (2013)
Testimonianze dal Palazzo
Faranno seguito gli interventi di:
Susi Fantino – Presidente VII Municipio
Marcello Foti – Centro Sperimentale di Cinematografia
Gianluca Peciola – Consigliere Roma capitale
Andrea De Bonis – UNHCR
Daniela De Lillo – Assessore alle politiche sociali VII Municipio
Donatella D’Angelo – Associazione Cittadini del Mondo
Comitato Palazzo Selam
Arturo Salerni – Progetto Diritti
Enrico Calamai – Portavoce della Campagna “Giustizia per i nuovi desaparecidos”
Salvatore Geraci – Area sanitaria Caritas
Antonello mangano – Espresso Repubblica
Elisabetta Povoledo – New York Times
Moderatore dell’incontro: Raffaele Lupoli – Dasud
Sarà presente la regista Chiara Sambuchi
Aula Magna Centro Sperimentale di Cinematografia – via Tuscolana 1520 – Roma
“L’Europa o la morte”
Anno di produzione 2013 – prodotto da LAVAFILM su commissione dell’emittente tedesca WDR.
Regia: Chiara Sambuchi
Fotografia: Kai Branss; Direttore della fotografia: Mike Breitsameter; Montaggio: Anette Flemming
Dieci giorni a bordo della nave San Giorgio a stretto contatto con tre membri dell’equipaggio impegnato nella missione Mare Nostrum, l’osseravazione da vicino del quotidiano lavoro di pattugliamento, le difficoltá della prolungata vita a bordo lontano da casa, il complesso salvataggio in mare di piú di duecento persone ammassate su un vecchio peschereccio, i primi contatti tra equipaggio e naufraghi a bordo della nave della marina italiana, i dialoghi tra migranti e personale di bordo dopo il salvataggio, l’istaurarsi di primi rapporti tra gli uni e gli altri: “L’Europa o la morte” é il diario filmico di un’esperienza estrema: quello dell’incontro con bambini, uomini e donne vicinissimi alla morte. Prima di ogni possibile riflessione sui problemi di integrazione, sulle fughe illegali attraverso l’Europa e sulle difficoltá di convivenza in una societá multietnica, prima di tutto un atavico senso di protezione della specie prende il sopravvento ed impone ai protagonisti del film di far tutto per salvare e assistere con ogni mezzo gli esseri umani in difficoltá.
“PALAZZO SELAM”
Anno di produzione 2013- prodotto da LAVAFILM su commissione dell’emittente tedesca WDR.
Regia: Chiara Sambuchi
Direttore della fotografia: Paolo Pisacane; Fonico: Andrea Viali; Montaggio: Jnka Palombi
Palazzo Selam é un edificio alla periferia di Roma, un tempo sede di un’universitá ed oggi dimora stabile di circa mille rifugati provenienti dal Corno d’Africa, che in Italia non hanno altro posto in cui andare. Ogni giorno vi arriva qualcuno appena uscito da un centro di accoglienza ed in cerca di un tetto sulla testa o gente di passaggio diretta verso l’Europa del Nord. Gli abitanti del Selam non negano l’accesso a nessuno, anche se questo compromette il giá fragile equilibrio all’interno del palazzo: appena trenta sono i bagni a disposizione di tutti, tanti vivono in spazi senza finestre. Grazie al supporto dell’associazione “cittadini del mondo”, che ogni settimana da anni si reca al Selam per assistere chiunque abbia bisogno di cure mediche, la regista Chiara Sambuchi e la sua troupe sono riusciti, dopo mesi di osservazione senza telecamere, a raccontare in un documentario il quotidiano di tre abitanti del palazzo, Ali, Muna e Bereket: le sveglie all’alba di Ali per arrivare in tempo al lavoro, le prove a teatro di Muna che vorrebbe fare l’attrice, il lavoro senza sosta di Bereket, sapiente calzolaio e sarto, ma anche la partita di calcetto di fronte al Selam nel finesettimana e l’appuntamento di Muna dal parrucchiere raccontano di un’esistenza fortemente legata alle estreme difficoltá logistiche della vita di Palazzo Selam ma anche caratterizzata da sogni, problemi e nostalgie comuni a tanti loro coetanei europei.