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Patrimonio culturale inutilizzato in comodato uso agli hotel

logo_ministero_beni_culturaliIl ministero dei Beni Culturali e Federalberghi accolgono la proposta di Adnkronos Culturalia, emersa oggi durante i lavori del Forum presso il Palazzo dell’Informazione

Roma, 16 dicembre 2014 – Offrire in comodato d’uso agli alberghi italiani opere e beni culturali che giacciono inutilizzati negli scantinati dei musei. E’ la proposta che Adnkronos Culturalia ha lanciato durante i lavori del forum “L’italia che non ti aspetti”, promosso da Adnkronos e svoltosi oggi nella sede del Palazzo dell’Informazione.
“Troppe volte – dichiara il Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – le soffitte dei musei sono pieni di opere d’arte che potrebbero essere tranquillamente ospitate all’interno della hall dei 34mila alberghi italiani nei quali transitano turisti di tutto il mondo. Noi appoggiamo pienamente la proposta di Culturalia”.

“Noi non abbiamo preclusioni. – dice il Sottosegretario ai Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni, presente al Forum – La proposta è suggestiva, naturalmente va valutata molto attentamente all’interno di un quadro più preciso”.
Per il Presidente di Culturalia Mario Caligiuri “la cultura è fondamentale per lo sviluppo per superare la crisi economica e sociale e in questo quadro è fondamentale una collaborazione tra pubblico e privato”.
“Culturalia – evidenzia Guido Talarico che è anche vicepresidente del Gruppo Adnkronos – è un progetto che nasce dentro l’Adnkronos per dare sostegno agli operatori del settore, perché la cultura è un patrimonio importante di questo Paese e non è sfruttata adeguatamente. Ecco, noi vogliamo dare un sostegno reale a pubblico e privato. La proposta di oggi ha, infatti, un duplice obiettivo: valorizzare il patrimonio artistico e culturale e sostenere il sistema turistico italiano”.

Non poteva mancare il punto di vista di Federculture: “E’ chiarissimo a tutti – fa notare il Presidente Roberto Grossi ai partecipanti del Forum – che l’Italia per uscire dalla crisi deve valorizzare i propri asset tra i quali c’è il patrimonio culturale. Ed è altrettanto chiaro che questo grandissimo patrimonio è mal gestito, non viene organizzato né valorizzato a sufficienza. Il settore pubblico non ce la fa. Occorre, quindi che i privati entrino in gioco per organizzare meglio quello che il pubblico non può fare. E la proposta di Culturalia rompe il ghiaccio e merita quindi di essere esaminata attentamente”.

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