Il disegno di legge, avanzato dal governo Renzi e approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede una serie di interventi che incentivano l’assunzione a tempo indeterminato nel settore privato e stabiliscono sgravi fiscali per i lavoratori dipendenti e per le aziende, con l’obiettivo di rimettere in moto l’economia e abbattere la soglia del precariato in Italia.
Si parte anzitutto dalla conferma del bonus IRPEF per i lavoratori dipendenti. Possono beneficiare interamente del bonus di 80 euro tutti i lavoratori dipendenti il cui reddito non superi i 24.000 euro annui; per i redditi compresi tra i 24.000 e i 26.000 euro, invece, la quota del bonus tende a diminuire progressivamente fino ad azzerarsi. Per i redditi superiori a 26.000 euro, infine, il bonus IRPEF non è spettante. La cifra è dovuta anche se l’imposta lorda viene azzerata dalle detrazioni per familiari a carico.
Buone notizie anche per i datori di lavoro: a partire dal 1 gennaio 2015 è prevista la deduzione integrale della base imponibile IRAP relativa al costo del lavoro dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Veniamo poi al capitolo del TFR in busta paga: in via sperimentale, dal 2015 al 2018, i dipendenti del settore privato che abbiano instaurato un rapporto di lavoro da almeno 6 mesi potranno scegliere di percepire in busta paga la quota maturanda del TFR. Tale importo, percepito mensilmente, sarà soggetto a ritenuta fiscale con tassazione ordinaria ma non andrà a incidere sulla base imponibile per il bonus IRPEF. Se un datore di lavoro non dispone delle cifre per liquidare il TFR in busta paga ai propri dipendenti, potrà ricorrere a un finanziamento assistito presso un fondo di garanzia INPS.
Per quanto riguarda i fondi pensione, le rendite finanziarie subiranno l’aumento dell’aliquota dall’11 al 20%. Le aziende che investiranno in attività di ricerca e sviluppo, inoltre, riceveranno un credito di imposta del 25% sulle spese (anche quelle relative al personale) eccedenti rispetto ai 3 periodi di imposta precedenti al 31 dicembre 2015.
Veniamo infine agli ammortizzatori sociali e alla riforma del lavoro: il governo stanzierà 2 miliardi di euro, tra il 2015 e il 2016, per sostenere le novità introdotte dal cosiddetto Jobs Act.
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