Salute

Il lato B di Andressa Urach in decomposizione

bellezza,estetica,chirurgiaAicpe: «Il prodotto usato in Italia è vietato da vari anni. Attenzione comunque alle sostanze iniettabili: i rischi possono essere seri»

 La notizia del suo lato B in decomposizione sta facendo il giro del mondo. La reginetta di bellezza brasiliana  Andressa Urach sta, infatti avendo, una serie di problemi in seguito all’iniezione di idrogel unito al polimetil-metacrilato (PMMA), che ha provocato nella star uno shock settico, di estrema gravità. A questo proposito l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), fa alcune considerazioni: «Si tratta di una sostanza che è vietata in Brasile e che in Italia è fuori produzione da parecchi anni –afferma Alessandro Casadei, chirurgo plastico  tesoriere di Aicpe -.


Il problema nel nostro Paese è piuttosto quello del silicone iniettabile, sostanza vietata dal 1995, che viene iniettato nei glutei talvolta da medici poco esperti e con pochi scrupoli, ma molto più spesso da personaggi disonesti o da praticanti stranieri che vengono in Italia a prestare la loro opera senza alcuna autorizzazione e clandestinamente. Non si tratta per fortuna di casi drammatici come quello della reginetta brasiliana, ma anche in Italia esiste la pratica di iniettare sostanze non autorizzate».

Nei glutei, essendo maggiore la quantità di prodotto iniettata, si rischiano problemi maggiori. Tra le sostanze autorizzate c’è l’acido ialuronico che lentamente viene riassorbito dal corpo. Tra gli interventi più richiesti c’è il “butt lift”, ossia il riempimento di natiche con il grasso precedentemente prelevato dalla stessa paziente. Un’altra alternativa è l’impianto di protesi, da usare con molto cautela e solo rivolgendosi a chirurghi esperti, in quanto la zona dei glutei rischia spesso di causare problemi. «I fillers, ovvero le sostanze iniettabili, sono usate in Italia con estrema facilità, e molti pazienti, per ragioni di conoscenze, più spesso per spendere meno, si affidano a persone non abilitate ad esercitare questi trattamenti o con scarsa preparazione in questo campo – prosegue Casadei -. A volte i rischi dei fillers sono addirittura più importanti di quelli conseguenti a impianti protesici, che, invece sono molto limitati. Nel caso in cui una protesi mammaria crei un infezione, il che avviene molto raramente, può essere facilmente rimossa con la completa guarigione della paziente, mentre rimuovere alcuni tipi di filler può essere addirittura impossibile». Aicpe esorta tutti i pazienti ad affidarsi soltanto a medici specialisti del settore anche per un solo trattamento con sostanze iniettabili e a farsi rilasciare l’etichetta del prodotto utilizzato. Tale documentazione deve essere conservata e sarebbe opportuno mostrarla al medico nei successivi trattamenti».

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