Incidente mortale a Campolongo: Studio 3A si rivolge al Fondo Garanzia Vittime della Strada
Clamorosa verità sull’incidente stradale mortale di Campolongo(SA): alla guida del veicolo non c’era il 27enne Di Luccio, bensì il suo amico
Ora il vero conducente risulta indagato per omicidio colposo
Studio 3A che assiste la famiglia della vittima si è rivolto al Fondo Garanzia Vittime della Strada, per comprendere la disponibilità al risarcimento
Fabrizio Di Luccio non era alla guida del veicolo a bordo del quale ha trovato la morte nella notte del 13 aprile del 2014 a Campolongo (SA), ma sedeva al posto del passeggero.
A perdere il controllo della Smart, provocando l’incidente mortale, sarebbe stato invece l’amico di Fabrizio che però, all’arrivo delle autorità, aveva dichiarato che al volante si trovava il giovane deceduto in seguito all’impatto.
A confermare i sospetti sollevati dai Carabinieri è giunto alla fine dello scorso ottobre il verbale di conclusione delle indagini preliminari: alla ricostruzione dei fatti hanno contribuito la testimonianza di un’abitante del luogo e l’esame del rottame del veicolo. Il testimone, arrivato subito dopo l’impatto, aveva visto l’amico estrarre Di Luccio dall’abitacolo e l’auto risultava infatti estremamente danneggiata dalla parte del passeggero e non da quella del guidatore; le ferite riportate
> da Di Luccio, inoltre, collimerebbero con i danneggiamenti provocati da parti della staccionata che hanno trafitto la carrozzeria e il sedile del trasportato.
Attualmente il vero conducente risulta indagato per omicidio colposo, aggravato dai riscontri medici che, dopo il sinistro, lo hanno trovato positivo all’alcool test (1,36 g/l). Non risulterebbero allo stato attuale imputazioni nei confronti del conducente per falsa dichiarazione a pubblico ufficiale nonostante, ai Carabinieri giunti sul luogo del tragico incidente, avesse dichiarato che alla guida della Smart ci sarebbe stato Fabrizio Di Luccio.
“Quanto emerso dalle indagini disegna un quadro dell’accaduto terribile – commenta Ermes Trovò, Amministratore di Studio 3A, società specializzata nella responsabilità civile incaricata dalla famiglia del giovane Di Luccio – E’ necessario risalire con certezza alle cause oggettive del decesso di Fabrizio. Quanto concluso dalla Procura della Repubblica di Salerno non fa che confermare la tesi che Studio 3A aveva ipotizzato fin dall’inizio, condivisa anche dalla famiglia. Ora si proceda
rapidamente a far giustizia”.
Ufficio Stampa Studio 3A