Rischio nucleare: crepe nei reattori di due centrale nucleari belga, quelle di Doel da 18 centimetri.
Centrali nucleari europee vecchie e malandate
Paura in Belgio. Le crepe rilevate nel 2012 sul reattore numero 3 della centrale nucleare di Doel, situata a nord di Anversa e reattore 2 di Tihange, situata nei pressi di Liegi, sono aumentate rispettivamente da 8.062 centimetri del 2012 a 13.047 centimetri nel 2014 e 2.011 centimetri a 3.149 centimetri. Complessivamente sono oltre 16 mila le micro lesioni dei due reattori nucleari. La dimensione massima di queste microfratture raggiunge nel frattempo 17,9 centimetri a Doel e 15,4 centimetri a Tihange. L’Authority e un gruppo di esperti indipendenti hanno chiesto mercoledì controlli immediati. Poiché queste piccole crepe sono state scoperte nel 2012 nella copertura del serbatoio principale nel corso di un un’ispezione condotta dai tecnici della Electrabel, sono stati effettuati tre serie di test. Una quarta serie è in corso. L’operatore elettrico comunicherà i risultati all’inizio di aprile all’agenzia federale del controllo nucleare (AFCN) che li analizzerà con l’aiuto di una giuria internazionale di esperti. Le verifiche sono state estese anche ai vessels che sono quei grandi recipienti d’acciaio che contengono il nocciolo, le barre di controllo e il fluido refrigerante. Il deterioramento di queste componenti può causare incidenti nucleari catastrofici con massiccio rilascio di radiazioni.Il Belgio ha però annunciato per i prossimi anni una graduale uscita dal nucleare. Problemi di questo tipo non riguardano solo l’Europa, difatti a fine agosto 2012 Greenpeace aveva messo sotto osservazione anche la centrale nucleare argentina di Atucha come uno dei diciannove impianti a possedere un reattore potenzialmente difettoso. Anche per questi reattori si parla di crepe nella struttura che racchiude il reattore, proprio come quelle delle centrali belghe di Doel 3, e di Tihange 2. Tutte queste strutture hanno una cosa in comune: sono state fabbricate dalla olandese Rotterdamsche Doogdok Maatschappij 8rdm, azienda che ha cessato l’attività da diversi anni e che ha consegnato altre 21 strutture simili in tutto il mondo tra cui: due reattori olandesi, due tedeschi, due spagnoli, due svizzeri, uno svedese e dieci presenti negli Stati Uniti. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che le centrali nucleari europee fossero vecchie e malandate non è una novità. Ce lo hanno testimoniato sia i numerosi incidenti e stop preventivi che i rapporti sulla sicurezza, basti citare il caso francese con il rapporto della IRSN che conferma come nessuna delle centrali nucleari francesi sia sicura in caso di eventi estremi come forti terremoti e devastanti alluvioni.
Lecce, 25 febbraio 2015