Confartigianato Imprese Sardegna boccia il Disegno di Legge regionale su Confidi.
CONSORZI GARANZIA FIDI – Gli Artigiani: “Così come è scritta sminuisce e mortifica le peculiarità delle imprese artigiane”.
Confartigianato Imprese Sardegna è contraria al Disegno di Legge di riforma degli interventi in materia di Consorzi di garanzia fidi, così come proposto dall’Assessore Regionale al Bilancio, Programmazione e Credito, Raffaele Paci.
Fondo unico, Fondo di stabilizzazione e Osservatorio: sono questi, in particolare, i 3 articoli della bozza del Disegno di Legge “Interventi in materia di consorzi di garanzia fidi” che la Rete dei Confidi di Confartigianato ha contestato all’Assessore questo pomeriggio, a Cagliari, durante l’illustrazione del provvedimento ai Consorzi Fidi. Allo stesso tempo ha ricordato come sia il fondo rischi dei Consorzi Fidi Artigiani, sia il Consorzio Fidi di secondo grado dell’Artigianato, hanno sempre rappresentato una formidabile leva per incrementare la capacità dei Confidi di primo grado nel garantire le imprese artigiane operanti in Sardegna
“Non siamo contrari alla riforma – sottolinea la Dirigenza di Confartigianato Imprese Sardegna – siamo solo contrari a una Legge che, se approvata, disconoscerebbe le peculiarità del comparto artigiano perché le aziende di questo settore hanno caratteristiche e necessità diverse da tutti gli altri settori produttivi isolani”.
“Istituire, per esempio, un Fondo Unico (articolo 2) che ingloba tutti i finanziamenti al fondo rischi dei Consorzi Fidi – proseguono dall’Associazione – significherebbe mettere in unico “calderone” tutte le attività produttive ovvero equiparare, senza più distinzione, le imprese artigiane a quelle dell’industria o quelle del commercio”.
La Dirigenza Artigiana contesta poi l’articolo 4 relativo al Fondo di Stabilizzazione: “Lascia tutto alla discrezionalità della Giunta e non si capisce come dovrebbe funzionare. Paradossalmente potrebbe addirittura portare a prevedere un “premio” per i Confidi meno virtuosi che non hanno saputo amministrare i fondi ricevuti dalle imprese e i contributi pubblici. Pertanto si riverserebbero risorse pubbliche, e risorse private , magari dei Confidi virtuosi, per sanare situazioni di cattiva gestione”.
Il giudizio negativo arriva anche per l’“Osservatorio dei Confidi”, proposto all’articolo 5 del Disegno di Legge: “Pare richiedere un atto di fiducia incondizionato a tre dirigenti regionali, che dovrebbero “osservare” – continuano da Confartigianato – senza che sia chiaro l’obiettivo di questo Osservatorio e a cosa sia finalizzato il monitoraggio”.
Alla luce di questa analisi, ancora una volta Confartigianato Imprese Sardegna lancia l’appello alla politica per salvare questi fondamentali strumenti che con la loro presenza capillare offrono garanzie per l’accesso al credito delle imprese.
“Ricordiamo che in questo momento di forte difficoltà per la carenza di liquidità delle imprese – proseguono gli Artigiani – nonostante il costo del denaro sia a livelli bassissimi, il problema dell’accesso al credito è un dramma quotidiano per le piccole imprese artigiane. La Regione dimostra di non comprendere le difficoltà delle piccole imprese dimenticando il loro valore per l’economia locale e per l’occupazione”.
In ultimo l’Associazione Artigiana ribadisce ancora una volta come non trovi fondamento il fatto che le banche non utilizzino i Confidi, così come non trova fondamento il fatto che questi Consorzi non siano “affidabili”, come dichiarato in Consiglio Regionale dall’Assessore Paci.