Fattori nutrizionali nella sclerosi multipla
E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica ASN Neuro un articolo intitolato “Nutrition facts in multiple sclerosis” (Fatti nutrizionali nella sclerosi multipla).
Secondo alcuni ricercatori dell’Università della Basilicata, la domanda se le abitudini alimentari e lo stile di vita hanno influenza sul corso della sclerosi multipla (SM) è ancora oggetto di dibattito, e allo stato attuale la terapia per la SM non è associata ad alcuna informazione sulla dieta e sullo stile di vita. Nell’articolo gli autori dimostrano che i fattori dietetici e lo stile di vita possono aggravare o migliorare i sintomi della SM modulando lo stato infiammatorio della malattia, sia nella SM recidivante-remittente che nella SM primariamente progressiva. Ciò si ottiene controllando sia la vie metaboliche e infiammatorie nelle cellule umane e la composizione della flora intestinale commensale. Quello che aumenta l’infiammazione sono le diete ipercaloriche di tipo occidentale, caratterizzate da troppo sale, grassi animali, carni rosse, bevande zuccherate, cibi fritti, poche fibre, e dalla mancanza di esercizio fisico. La persistenza di questo tipo di dieta porta il metabolismo delle cellule umane verso percorsi biosintetici compresi quelli delle molecole proinfiammatorie e porta anche ad una flora intestinale disbiosica, ad un’alterazione dell’immunità intestinale e a un’infiammazione sistemica di basso grado. Al contrario, l’esercizio e le diete ipocaloriche basate su verdura, frutta, legumi, pesce, prebiotici e probiotici, agiscono sui recettori nucleari ed enzimi che regolano il metabolismo ossidativo, la sintesi di molecole pro-infiammatorie, e ripristinano o mantengono una flora intestinale simbiotica sana. Ora che si conoscono i meccanismi molecolari attraverso i quali i fattori alimentari e l’esercizio fisico influenzano lo stato infiammatorio nella SM, ci si può aspettare che un intervento nutrizionale con cibi anti-infiammatori ed integratori alimentari possa alleviare i possibili effetti collaterali dei farmaci immuno-modulatori ed i sintomi della sindrome da stanchezza cronica e quindi favorire il benessere del paziente.
Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25694551