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Giuseppe Duca si riconferma campione italiano

velaSanremo – Ancora un successo di prestigio, questa volta a Sanremo, per Giuseppe Duca che si è riconfermato campione italiano della Classe Dragone. Il titolo lo ha conquistato in occasione dell’ International Italian Dragon Cup, la tappa matuziana del circuito che ha visto impegnata una flotta di oltre 40 fra le migliori imbarcazioni al mondo di questa storica classe olimpica, conosciuta dagli appassionati della vela come la “Classe dei Re”. In effetti si tratta di imbarcazioni che riescono a conciliare perfettamente agonismo, classe, spettacolo ed eleganza. Così l’edizione 2015 dell’Internazionale d’Italia Dragoni – Paul & Shark Trophy, organizzata in maniera impeccabile dallo Yacht Club Sanremo, si è rivelata un vero successo. L’evento ha avuto la collaborazione del Comune di Sanremo ed il sostegno, oltre che del title sponsor Paul & Shark, anche di Transbunker, Pantaenius, Royal Hotel Sanremo e Marina dei Fiori.

A fronte delle dodici prove previste dal programma originario, sono state soltanto sei quelle portate a termine. Ad imporsi nella classifica Overall è stata “Bunker Queen” (UAE 7) timonata da Markus Wieser, detentore della Gold Cup (9,3,1,4,1,1). Alle spalle dei vincitori si è piazzata “Annapurna” (RUS 27), timonata da Anatoly Loginov (6.2.3.1.2.4), seguita da “Desert Eagle” (UAE 20) di Hendrik Witemann (1.13.2.5.6.9). Ad aggiudicarsi il titolo di Campione Italiano, per la quinta volta consecutiva, è stata “Cloud” di Giuseppe Duca (Compagnia della Vela) con il sanremese Vittorio Zaoli e Pedro Rebelo de Andrade nel pozzetto, che nella classifica assoluta finale ha chiuso al quarto posto (2.22.5.3.5.16). Duca ha preceduto “Tergeste”, timonata da Nando Colaninno (CV Lazzarulo), che si è aggiudicato anche il premio per il primo dragone classico, un artistico mezzoscafo in mogano del dragone, opera di un artigiano genovese. Al terzo posto del campionato italiano si è classificata “Behind The Cloud”, timonata da Filippo La Scala (RYCC Savoia), con Giorgio Poggi e Giuseppe La Scala.

PAOLO ALMANZI

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