Expo, Fima: Nutrire il pianeta è una prerogativa dei contadini non dei brand
La strada indicata dalla Carta di Milano, una sorta di protocollo di Kyoto sul cibo, è in netta antitesi con quella adottata dalle multinazionali dei brand che producono cibo globalizzato. Fare attenzione all’ effetto boomerang.
A sponsorizzare Expo non vi sono le molteplici facce dell’ agricoltura contadina, ma alcuni colossi dell’agroalimentare (Coca Cola, McDonald’s, Monsanto) che non sono proprio degli stinchi di santi in tema di salute pubblica, basti pensare agli effetti della coca cola su diabete ed obesità o all’ effetto dipendenza generato dalle patatine fritte che aumenta l’ impulso a mangiare cibi grassi e ad ingrassare. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, coordinatore della Fima, federazione italiana movimenti agricoli.
La maggior parte del cibo prodotto al mondo – prosegue – deriva da aziende agricole familiari e contadine, il 90% delle quali sono gestite da famiglie contadine, non da famiglie di multinazionali. Lo afferma anche il direttore generale della Fao: «le aziende agricole a conduzione familiare producono circa l’80 per cento del cibo a livello mondiale. La loro significativa presenza e la loro produzione testimoniano che esse sono cruciali per la soluzione del problema della fame che affligge 800 milione di persone (….) e che sono una componente chiave dei sistemi alimentari sani di cui abbiamo bisogno per condurre delle vite più sane».
Il rischio quindi – sottolinea la Fima – che il messaggio culturale di Milano sia distorto da colossi del marketing agroalimentare che per molti consumatori, in tutto il mondo, simboleggia uno stile alimentare oggetto di crescenti obiezioni di ordine dietetico-salutistico, non è affatto un rischio remoto. Anzi per l’Italia delle eccellenze questa operazione rischia di tradursi in un vero e proprio boomerang.
Come fa l’ Italia – si chiede la Fima – ad accettare la sponsorizzazione della Coca Cola, mentre l’India fa la guerra alle bollicine e aumenta la tassazione sul consumo di coca cola nociva alla salute? Anche la Francia ha adottato misure anti-obesità tassando la Coca Cola. La Bolivia ha addirittura bandito dal Paese il prodotto, scoraggiando gli investimenti di colossi che da un lato ti ammalano e dall’ altro ti curano con le multinazionali farmaceutiche!
Che il sistema alimentare industriale sia malsano – evidenzia il coordinatore – è fuor di dubbio. Nella maggior parte dei casi queste multinazionali privatizzano i guadagni, ma si socializzano i costi sanitari e ambientali.
Le piccole aziende agricole – conclude – non saranno brave nel marketing o nel condurre attività lobbistiche, ma garantiscono di certo una maggiore accessibilità a una corretta alimentazione e favoriscono la prevenzione di malattie legate al metabolismo. Costituiscono pertanto un fattore cruciale di cambiamento verso il raggiungimento di uno stile di vita sano e della sicurezza alimentare.
Ufficio Stampa Fima