Mostra: FAUSTO PIRANDELLO – Londra, Estorick Collection – 8 luglio/6 settembre 2015
Londra (UK), Estorick Collection of modern italian art
39a, Canonbury Square, N1 2AN
Dall’8 luglio al 6 settembre 2015 la Estorick Collection di Londra ospita una retrospettiva dedicata a Fausto Pirandello, uno dei pittori più significativi e influenti dell’arte italiana dagli anni Trenta ai Cinquanta.
La mostra, a cura di Fabio Benzi e organizzata dalla Estorick Collection in collaborazione con la Fondazione Fausto Pirandello, presenterà al pubblico inglese la complessità della sua figura indicando un sintetico percorso della sua pittura attraverso circa cinquanta opere scelte tra i capolavori dell’artista.
Questa monografica, la prima in Inghilterra, ha diversi motivi di interesse. Innanzitutto quello di far conoscere un personaggio così centrale dell’arte italiana di metà Novecento, strettamente legato alla figura del celeberrimo padre, Luigi; un ulteriore motivo di interesse può inoltre essere rappresentato da una singolare assonanza che negli anni Trenta e Quaranta lo avvicina tematicamente e figurativamente, persino stilisticamente, a uno dei maggiori pittori inglesi del Novecento, Lucien Freud. Questa assonanza indiscutibilmente fortissima, mostra due aspetti assai affini della creatività novecentesca che emergono in Europa, indipendentemente e certamente senza contatti diretti e in momenti differenti, da una sensibilità tuttavia comune, volta allo scavo della personalità, nella ricerca di una “realtà” cruda e carnale, dagli esiti “oggettivi” e impietosi. Ultimo aspetto, legato alla sede Estorick, è che lo stesso collezionista raccolse ed espose opere di Pirandello nelle mostre storiche della sua collezione (realizzate negli anni Cinquanta), di cui una sarà presente in mostra.
Fausto Pirandello nasce a Roma nel 1899, e inizia a dedicarsi alla pittura subito dopo la fine della prima guerra mondiale. La sua cultura mitteleuropea, educata in seno alle Secessioni romane, si incrocia presto con la pittura del suo primo maestro Felice Carena. Tuttavia un’inquietudine volta a dettagli conturbanti, a composizioni diagonali, a una realtà senza concessioni, lo differenzia dal clima classicista del ritorno all’ordine romano e in particolare dal classicismo del maestro. Durante l’apprendistato presso Carena conoscerà Giuseppe Capogrossi ed Emanuele Cavalli, che con lui e Corrado Cagli diverranno, nei primi anni Trenta, i maggiori protagonisti della giovane “Scuola Romana”: movimento tra i maggiori degli anni Trenta italiani, che rigettando il classicismo “novecentista” degli anni Venti si allargò a definire tutta la pittura romana del decennio.
Dal 1928 al 1930 si stabilì a Parigi, dove la sua pittura maturò definitivamente, a contatto con gli “Italiens de Paris”, sviluppando un carattere surreale pur nella costante definizione di una realtà scabra e di una tecnica molto attenta alle stesure spatolate del cubismo.
Al ritorno a Roma, al principio del 1931, inizia un percorso decisamente autonomo, anche se legato alla pittura “tonale” degli amici Cavalli e Capogrossi, e lo scavo della realtà diviene il carattere dominante della sua espressione lucida e contorta al tempo stesso. Le figure umane, suo tema prediletto, vengono definite in una carnalità concentrata sul corpo anziché sulla psicologia, in composizioni di ambiguità spiazzante e dai significati quasi indecifrabili, dove prevale una ritualità astratta, una monumentalità senza retorica e di drammaticità esistenziale, privata di qualsiasi accento narrativo.
La sua visione concitata, le sue composizioni affollate o altrimenti le sue figure isolate in una carnalità impietosa, furono di esempio fulminante per Renato Guttuso (che su di lui scrisse pagine di bellissima esegesi negli anni Trenta) e per tutta la pittura italiana degli anni della seconda guerra mondiale (in particolare di “Corrente”) che ricercava un’espressione consona alla drammaticità del periodo. Un espressionismo drammatico e inclemente, che divenne anche bandiera di un antifascismo antiretorico ed esistenziale.
Negli anni del dopoguerra Pirandello continua nel suo percorso autonomo, mostrandosi distaccato dai principali gruppi di tendenza che si formano in Italia, soprattutto sotto l’ègida di Lionello Venturi (Fronte Nuovo delle Arti), con cui tuttavia è in contatto (a lui il critico d’arte già esule antifascista dedica un lungo articolo nel 1954). In consonanza però con gli artisti del “Fronte Nuovo” egli sperimenta l’inserzione, sulla sua pittura espressionista e materica, di scomposizioni di origine cubista, già ben conosciute durante il suo soggiorno parigino. Tra la fine degli anni Quaranta e i primi Cinquanta Pirandello sviluppa il suo nuovo stile, fatto di piani spezzati e concitati, di geometrie ellittiche ed espressioniste, definendo la sua nuova visione di realtà, in dialogo con molta arte del suo tempo: da Afro a Leoncillo, da De Kooning all’informel francese, da Birolli a Morlotti.
Dagli anni Venti alla morte Pirandello fu presente in tutte le più importanti esposizioni italiane (Biennali veneziane, Quadriennali romane, Sindacali, ecc.) e in moltissime straniere, e fu costantemente attivo nel dibattito culturale italiano con posizioni di grande modernità e internazionalismo.
Saranno presenti in mostra opere di grande importanza storica, come Composizione (1928), Donne con salamandra (1928-30), Interno di mattina (1931), La pioggia d’oro (1933), Palestra (1934), La scala (1934), Donne che si pettinano (1937), Bagnanti (1938), Le indossatrici (1945), Befana a piazza Navona (1951), Attraverso gli occhiali (1953-54), Bagnanti sulla spiaggia (1961).
Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo con saggi del curatore Fabio Benzi, di Francesco Leone e di Flavia Matitti.
NOTIZIE UTILI
Orari Da mercoledì a sabato 11:00 – 18:00
Domenica 12:00 – 17:00
Lunedì e martedì chiuso
Biglietto d’ingresso £ 5. Ridotto £ 3.50
National Art pass £ 2.50
Gratuito per bambini fino ai 16 anni
e studenti con tesserino
Info tel. +44 (0)2077049522
info@estorickcollection.com
www.estorickcollection.com