Italia

No alla pubblicità azzardo. Lo spot no slot dei giovani lombardi

link-ragazzi-Durante il convegno “Stop alla pubblicità nel gioco d’azzardo” tenutosi lo scorso 27 aprile a Roma, Luca Borgomeo, presidente dell’Associazione di Telespettatori Cattolici Aiart si è espresso con queste parole: “Dobbiamo mettere al bando ogni forma di pubblicità del gioco d’azzardo, partendo da quella televisiva“. La Rai, in quanto servizio pubblico, deve dare l’esempio “con una moratoria unilaterale”.

Il fronte di chi dice no alla pubblicità e all’induzione all’azzardo è in continua crescita. Colomba Mongiello, membro dell’intergruppo parlamentare sul gioco d’azzardo in merito alla possibilità di pubblicizzare o meno il gioco d’azzardo, dichiara: “Dobbiamo riflettere tutti sulle conseguenze che derivano dalla messa in onda in televisione di spot del genere. E non basta che alla fine della pubblicità appaia in scritte piccole e in modo marginale che crea dipendenza”.

Il business in Italia è di 84,4 miliardi di euro per un giro d’affari che secondo un rapporto della banca d’affari Morgan Stanley, riferito alla raccolta nei casinò, si può quantificare in 390 miliardi di euro. Le slot machine disseminate sul territorio sono 328.000 presenti in 120.000 esercizi commerciali, cui si aggiungono 51.000 videolottery installate in 4.600 sale gioco specificamente dedicate a queste macchine. In Italia circolano ingenti quantità di denaro in questo settore. Le 379.000 macchinette attive, ci riferiamo a slot machine e vlt, nel 2014 hanno fruttato 40miliardi e 498milioni, la metà degli 84 miliardi di cui sopra.

La pubblicità non fa altro che fungere da amplificatore per la diffusione di questo sistema che, tra l’altro non fa che mandare allo sbando numerose famiglie e va accrescendo le fila dei giocatori ludopatici. E non solo. Aumenta la criminalità, l’usura, e tutto ciò che illegalmente fa da contorno all’azzardo legale. In poche parole la pubblicità non fa che aumentare la produttività del settore.

Sempre Borgomeo ha sottolineato come nel 2013 “la spesa diretta in pubblicità da parte di concessionari e operatori del settore azzardo legale è stata di 105 milioni di euro. Ma, soprattutto, metà della pubblicità dei giochi è passata, passa e se non si interviene con decisione continuerà a passare da canali televisivi”.

Lo spot dei giovani lombardi contro l’azzardo

Uno dei punti fondamentali dei regolamenti anti gambling varati in Italia nel corso del 2013, riguarda l’introduzione e la promozione di iniziative e attività finalizzate a promuovere interventi educativi, culturali, d’informazione e formazione mirati alla prevenzione del gioco d’azzardo. Si è più volte sottolineato che tali iniziative di informazione e sensibilizzazione devono partire dalle scuole, considerando che il circolo vizioso del gioco d’azzardo non risparmia i giovani adolescenti. Una concreta azione può partire dalle scuole.

Esemplare, in tale contesto è l’iniziativa di 300 giovani lombardi, facenti parte di istituti superiori e di una scuola media, che hanno proposto ai propri insegnanti, impegnati a portare avanti attività di sensibilizzazione sul tema, l’attivazione di un laboratorio No slot da cui sono stati realizzati decine di spot pubblicitari contro l’azzardo.

Ce l’abbiamo messa tutta – racconta Thomas – il nostro scopo era raccontare che nessuno può sentirsi al sicuro da questa minaccia, promossa e addirittura pubblicizzata dallo Stato. Abbiamo pensato allora di realizzare dei contro-spot che smontassero e mettessero anche in ridicolo le pubblicità che ci propinano ogni giorno”.

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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