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La Pay-Tv contro Periscope: incentiva la pirateria

Emittenti televisive attaccano: l’app di Twitter per la condivisione di video in diretta sarebbe responsabile del calo di visualizzazioni in pay per view

Periscope, l’app di Twitter per la condivisione di video in tempo reale, è stato accolto come manna dal cielo dagli amanti dell’universo social. Non la pensano allo stesso modo le emittenti televisive che offrono servizi di pay per view e che vedono in Periscope l’ennesimo nemico che espone i loro contenuti alla pirateria. Grazie alle serie-tv, trasmesse per lo più su emittenti a pagamento, negli ultimi anni si è registrata un’impennata negli abbonamenti alle pay-tv. Gli utenti spesso ne paragonano le offerte grazie a strumenti come il comparatore SuperMoney e il suo sistema di confronto pay-tv che consente di trovare il pacchetto più adatto ai singoli interessi.

La possibilità di trasmettere in diretta streaming qualsiasi evento, fosse anche la corsa del proprio cane, è stata vista come una vera e propria svolta nel mondo digitale. Peccato che le pay-tv abbiano da subito visto prendere forma una delle loro più grandi paure, ovvero utenti che filmano lo schermo della tv trasmettendo sul web  i contenuti esclusivi grazie a Periscope.

Le pay-tv lanciano l’allarme pirateria
A lanciare il primo grido di allarme è stata l’emittente televisiva americana Hbo, produttrice di numerose serie-tv tra cui il seguitissimo Trono di Spade. Proprio questo è subito caduto vittima di Periscope, utilizzato dagli utenti per trasmettere in streaming un episodio della quinta stagione attualmente in onda. C’è da dire che l’uso di Periscope è veramente semplicissimo, basta inquadrare il televisore, avviare l’applicazione e il video ha già fatto il giro del web.

Eventi sportivi vittime più gettonate

Ad essere più esposti alle trappole di Periscope sono però gli eventi sportivi in diretta, per i quali agli utenti poco importa della qualità del video, si accontentano anche di una registrazione davanti allo schermo di una tv pur di seguire l’incontro gratuitamente, risparmiando così i 100 dollari richiesti dalle emittenti.

E’ stato il caso del match di pugilato del 2 maggio che ha visto scontrarsi Floyd Mayweather e Manny Pacquiao, per il quale gli operatori della pay-tv hanno denunciato un crollo di visualizzazioni in pay per view attribuite per la maggior parte a Periscope. Quel giorno su Twitter apparvero innumerevoli account che trasmettevano in streaming l’incontro riprendendo lo schermo del televisore con lo smartphone e, almeno in un caso, lo scontro è stato trasmesso direttamente da uno spettatore presente al match.

Twitter: niente da dichiarare

Twitter ha tentato di sminuire l’accaduto, sottolineando come in realtà si fosse ben lontani dal fenomeno di massa. Oltretutto, sembra che gli operatori di Periscope quella sera abbiano ricevuto più di 66 segnalazioni di violazione del diritto d’autore e che abbiano bloccato più di 30 trasmissioni dell’incontro. Twitter e la neonata app inoltre si sono difesi facendo notare come attualmente la pirateria persista nel dilagare attraverso i canali “tradizionali” che consentono il download p2p di film e serie-tv dalle qualità decisamente migliori rispetto ai video di Periscope.

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