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Sardegna: credito agevolato alle imprese artigiane

Credito agevolato alle imprese artigiane

Al via l’operatività per gli interventi previsti dalle leggi regionali 949/52 e 240/81

Cagliari, 5 giugno 2015

Caesar’s Hotel, Via Darwin 2

Nel decennio 2004-2014 un’impresa artigiana su 5 ha ottenuto il contributo

a valere sulla legge 949/52 e 240/81.

Promossi 260 milioni di investimenti e creati 5.315 nuovi posti di lavoro con solo 26 milioni di investimento pubblico.

Da dicembre 2010 a dicembre 2014 i finanziamenti alle imprese produttive sono diminuiti in Sardegna del 6,4%, meno 580 milioni di euro.

Per le imprese artigiane la riduzione è stata del 19,7%.

Ancora in calo dell’1,6% nell’ultimo anno i prestiti al comparto artigiano.

Urgente ridefinire una nuova strumentazione creditizia per il sistema dell’imprenditoria minore che dia risposte per gli investimenti che si collocano nella fascia tra 25.000 e 600.000 euro non coperta da microcredito e Pia

Necessaria una seria rivisitazione della garanzia Sfirs, rivelatasi strumento

debole ed inadeguato.

Fino al 31 marzo 2018 le imprese artigiane della Sardegna avranno a disposizione una vasta gamma di agevolazioni per finanziare la costruzione, l’acquisto, l’ampliamento e/o l’ammodernamento di laboratori, l’acquisto di macchinari, attrezzature e autoveicoli industriali e inoltre costituzione di scorte, di materie prime e di semilavorati. Con la recente firma della convenzione tra l’Assessorato regionale all’Artigianato e Artigiancassa è infatti ripartita l’operatività per gli interventi di credito agevolato previsti dalle leggi regionali 949/52 e 240/81. Le modalità per accedere alle agevolazioni sono state illustrate a Cagliari nel corso di un seminario organizzato dalla Cna Sarda al quale hanno partecipato tra gli altri, l’Assessore regionale all’artigianato Francesco Morandi, e il Vice Direttore generale di Artigiancassa, Francesco Simone. Durante l’incontro la Cna ha avanzato alla Regione le sue proposte in materia di credito e servizi finanziari.

La legge 949 – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna – prevede la concessione di contributi in conto interessi e in conto capitale, estendendo il conto interessi anche ai contratti di leasing. Si tratta di un importante provvedimento che secondo la Cna Sardegna dovrà essere implementato da una riconfigurazione dell’intero sistema degli incentivi per rimettere in moto il mercato del credito e dei servizi finanziari a sostegno del sistema produttivo.

Le imprese artigiane in possesso dei requisiti possono presentare domanda di agevolazione anche tramite il servizio credito che la Cna sarda mette a disposizione su tutto il territorio regionale.

L’OPERATIVITA’ DI ARTIGIANCASSA IN SARDEGNA

Nel decennio tra il 2004 e il 2014 un’impresa su cinque ha ottenuto i contributi regionali a valere sulle leggi 949/52 e 240/81 grazie ai servizi offerti da Artigiancassa, ente che opera in Sardegna da oltre 60 anni e gestisce le agevolazioni previste da queste leggi per le operazioni di credito e/o leasing destinate alle imprese artigiane. In un primo momento Artigiancassa ha operato agendo come concessionario del Ministero, poi, con il subentro della Regione al Ministero nelle Convenzioni, direttamente come ente gestore per conto della Regione.

Questi sono i risultati conseguiti durante la gestione degli interventi di credito agevolato e leasing nel periodo 2004 -2014.

Da questi dati si può notare che nel periodo 2004 – 2014 gli interventi attivati dalla Regione e gestiti da Artigiancassa hanno permesso alle imprese coinvolte di realizzare oltre 259 milioni di euro di investimenti favorendo l’incremento dei livelli occupazionali con la creazione di 5.315 nuovi posti di lavoro.

Questi risultati sono stati raggiunti grazie ad un impegno di contributo pari a circa 26,7 milioni di euro in 10 anni, consentendo l’ammissione alle agevolazioni di 5.713 operazioni di credito e leasing con conseguente erogazione di contributi per 26,7 milioni di euro.

Nel corso degli anni dunque grazie alle leggi 949/52 e 240/81 la Sardegna ha potuto contare su un prezioso strumento di crescita e sviluppo per il settore artigiano. Un fatto rilevante per una regione che registra un’altissima percentuale di microimprese e con un’elevata concentrazione artigiana.

LE PROPOSTE DELLA CNA PER L’ACCESSO AL CREDITO

«Nonostante la straordinaria liquidità disponibile sui mercati, grazie alle misure adottate dalla Banca Centrale Europea, il credito continua a non arrivare a imprese e famiglie. In Sardegna viene erogato con il contagocce a tassi insostenibili per le imprese.

La nostra isola, come mostrano tutti gli indicatori, l’ultimo in ordine di tempo l’indagine di Fondazione Imprese, si segnala per il costo medio del denaro più alto d’Italia.

Se vogliamo provare ad irrobustire e rafforzare i timidi segnali di inversione di tendenza del ciclo economico, dopo tanti anni di crisi, dobbiamo riconfigurare e riordinare la strumentazione creditizia e finanziaria, rendendola moderna, flessibile e utile al sistema della minore impresa isolana».

E’ quanto sostenuto da Piras e Porcu, che hanno presentato all’Assessore Morandi le proposte avanzate da Cna in materia di credito.

«Sul fronte degli incentivi, con la legge 51 inutilizzata oramai da 6 anni, rimane un “vuoto” da coprire che gli strumenti vigenti in materia, microcredito e Pia, non sono in grado di assicurare per gli investimenti che vanno da 25 mila a 600 mila euro.

E’ qui che bisogna intervenire, utilizzando in positivo l’esperienza delle leggi di settore, la 949 e la 51, per addivenire ad un unico strumento di incentivazione creditizia, sostenibile economicamente per i bilanci della Regione, ma in grado di assicurare in maniera virtuosa i progetti di investimento delle imprese minori.

Inoltre, occorre riconsiderare con modalità nuove rispetto al passato il tema della garanzia pubblica regionale. Il fondo di garanzia, appositamente costituito in seno alla Sfirs, ad oggi si è rivelato strumento debole ed inadeguato, tanto che il mercato preferisce ricorrere alla garanzia statale offerta dal Mediocredito Centrale.

E’ d’obbligo ottenere risultati non così modesti quando si dispone di un fondo di quasi 240 milioni di euro, che può essere utilizzato con maggior costrutto; per esempio estendendo la garanzia pubblica a forme di moratoria o sospensione temporanea a beneficio di imprese oggi ancora in bonis, che a causa del prolungarsi della crisi rischiano una pericolosa china che può portare al fallimento».

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