e l’intervento di Pansa che si è espresso in maniera non dissimile chiedendo sanzioni disciplinari per il magistrato: “Finalmente abbiamo ritrovato il Capo”
“Finalmente! Non è la prima volta che il Coisp e Alessandro Pansa dimostrano di pensarla proprio alla stessa maniera, giungendo a conclusioni identiche e pensando a identiche contromisure, ma poiché in effetti non succede spesso che lui si spenda in maniera così decisa ed autorevole in difesa dei Poliziotti e della Polizia, quando accade ci piace sottolinearlo con più di un tratto: finalmente! Finalmente abbiamo ritrovato il Capo della Polizia di Stato!”.
E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, tornando a intervenire a proposito delle affermazioni attribuite sul sito di Repubblica a Enrico Zucca, Pm simbolo delle inchieste del G8 del 2001, invitato a parlare in pubblico di questi temi a Repubblica delle idee. Zucca ha avuto parole alquanto dure sulla Polizia, ed il Coisp ha immediatamente reagito sostenendo che quelle esternazioni pubbliche sono pesantemente offensive della Polizia di Stato e meritano una seria reazione in sede giudiziaria. Sulla stessa linea il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, il quale “ha inoltrato al Ministro della Giustizia richiesta di valutare eventuali profili disciplinari” a carico del magistrato, e “contemporaneamente – ha riportato una nota del Viminale – sta valutando come tutelare l’onorabilità della Polizia di Stato”.
“E’ inconcepibile che un Rappresentante delle Istituzioni, come certamente un magistrato è – aggiunge Maccari – si spinga al punto di infangare un Corpo di Polizia fatto di persone che dedicano la loro vita al servizio degli altri. Inconcepibile non aver misurato il peso di cotante offese, di affermazioni talmente gravi ed assolutamente atte a ledere non solo l’immagine ma anche il rapporto di fiducia che lega la Polizia di Stato ai cittadini. Il pensiero di ogni Poliziotto italiano che abbia letto o ascoltato quelle parole al veleno, cariche di astio, ingiuste ed infondate, pronunciate nel mezzo di un dibattito pubblico, è certamente subito andato al nostro Capo, a chi sulla carta e – noi speriamo sempre – anche nei fatti, è il garante della nostra tutela, con la speranza di trovare quella figura che proprio in casi del genere sappia manifestare la propria autorevolezza. Ebbene, tali speranze questa volta sono state pienamente esaudite”.
