Esteri

Allarme polio in India. Preoccupazioni per potenziale riemersione anche nell’UE

Si riaccende la poliomielite in India. Le motivazioni dell’allarme sono a seguito della diffusione straordinaria del virus polio registrata nel 2014, del rischio di salute pubblica che questa pone a livello internazionale.Secondo le autorita’ sanitarie del Paese più di 208 campioni sono risultati positivi a sintomi simil-polio.  I campioni, provenienti da Baheri, Meergunj, Faridpur e Nawabgunj tra gli altri, sono stati inviati al laboratorio centrale di Mumbai per ulteriori test. La maggior parte delle nuove infezioni, sono state registrate nello Stato dell’Uttar Pradesh. La poliomielite colpisce principalmente i bambini fra i 5 ed i 15 anni e presentano paralisi e perdita della forza muscolare. Dopo anni di intense campagne in tutto il paese, l’ultimo caso di polio in India, è stato segnalato nel 2011 in un quartiere nel Bengala Occidentale. Tre anni dopo, il Paese è stato dichiarato libero dalla poliomielite.

Ora l’esplosione di nuovi casi in India rappresenta una minaccia anche a livello globale. ”L’epidemia nell’Uttar Pradesh e’ fonte di preoccupazione anche in Europa e in tutta l’Asia centrale -spiegano gli esperti del National Polio Surveillance Project, iniziativa nata dalla collaborazione fra autorita’ indiane e l’Organizzazione mondiale della sanita’- Il virus puo’ viaggiare facilmente e diffondersi tra la popolazione di una comunita’ non vaccinata perche’ ormai considerata ‘polio-free”’. Inoltre l’ultima rilevazione nel 2013 del virus polio tipo 1 (WPV1) in acque luride e in portatori asintomatici in Israele solleva nuovi interrogativi sul rischio potenziale di un ritorno e il ristabilimento del temibile WPV nei paesi UE/SEE. In una nuova valutazione rapida del rischio, l’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, conclude che attualmente non esiste la possibilità che il virus della poliomelite possa essere importato e ristabilito in UE/SEE. Tuttavia, sulla base delle limitate informazioni su sistemi di sorveglianza esistenti, c’è un rischio che la circolazione di poliovirus potrà restare inosservato se sarà introdotto.Il più alto livello di rischio è rappresentato dalla vicinanza e dallo spostamento di gruppi di popolazioni o non vaccinate o sotto-vaccinate, rispetto a grandi popolazioni vaccinate con vaccino antipolio inattivato (IPV). Scarse condizioni di igiene possono anche svolgere un ruolo nel facilitare la diffusione dell’infezione. I livelli di copertura di vaccinazione in UE possono essere considerati soddisfacenti e possono spiegare l’assenza di circolazione del WPV nella Nostra macroregione finora. Tuttavia, ci sono anche sacche di popolazione che sono non vaccinati o sotto-vaccinati che sono a maggiore rischio di infezione e malattia. Si stima che 12 milioni di persone nell’UE sotto l’età di 29 anni non sono stati vaccinati o hanno completato il calendario di vaccinazione raccomandata nazionale contro la polio.La valutazione dell’ECDC ha rilevato che se il WPV è riuscito a riemergere in Israele, con un sistema sanitario paragonabile a gran parte della copertura di vaccinazione UE e polio, allora dobbiamo accettare che c’è il rischio che potrebbe riemergere in UE/SEE.Il modo per evitare che questo accada non è facile, ma è noto: prevenire; rilevare; rispondere.Tuttavia, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” alla luce di quanto sostenuto dalla massima istituzione europea in tema di prevenzione e controllo delle malattie e dei focolai nei paesi limitrofi, i sistemi di sorveglianza devono essere rafforzati negli Stati membri per consentire il rilevamento tempestivo del temibile virus della polio.

Lecce, 20 giugno 2015                                                                                                                                                                                            

Giovanni D’AGATA

 

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