Italia

La pressione fiscale frena la ripresa del mercato immobiliare

La pressione fiscale sarebbe la causa principale che ostacola e limita la vera ripresa del mercato immobiliare. Nonostante lo spettro dell’IMU, della TASI e di tutte le altre tasse applicate sugli immobili ad uso abitativo, gli italiani sembrano tornati ad investire sul mattone attratti soprattutto dai tassi agevolati proposti dalla banche e dai vari istituti di credito. Per trovare la rata giusta, molti hanno iniziato anche a valutare le proposte per i mutui dei comparatori come SuperMoney, sperando così di trovare la soluzione giusta e non avere poi problemi con il pagamento delle rate.

La pressione fiscale: nemica della ripresa

I dati emersi dall’ultimo rapporto Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, evidenziano una generale situazione di ripresa del mercato residenziale italiano, che avrebbe finalmente invertito il trend negativo registrato tra il 2007 al 2013, quando il mercato aveva registrato un crollo del 53.6%. Secondo lo studio, nel 2014 le compravendite di immobili ad uso residenziale sarebbero aumentate del 3.6%, mentre le richieste di mutui sarebbero invece salite del 13.4%. A rimettere in moto il mercato avrebbero influito i tassi di interesse applicati ai finanziamenti, che avrebbero invece toccato livelli medi al di sotto del 3%

Fattori critici per la ripresa

Nonostante il quadro incoraggiante, la ripresa del mercato immobiliare sarebbe in realtà ostacolata dell’attuale sistema di tassazione applicato alla proprietà. Secondo i dati raccolti dal Dipartimento delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate nel corso dello scorso anno la pressione fiscale sugli immobili ad uso abitativo e produttivo derivante proprio dalle imposte sul possesso, locazione e compravendite, sarebbe cresciuta del 9.8% rispetto all’anno precedente, con entrate di 42 miliardi di euro contro i 38 del 2013.

Ad incidere maggiormente su questi valori sarebbe stata l’introduzione della TASI e dell’IMU, avvenuta nel biennio 2012-2013. Infatti rapportando i dati al 2011, quando l’unica tassa applicata era l’ICI, il prelievo fiscale statale avrebbe toccato valori pari al 143.5% in soli tre anni. Si tratta di un incremento senza precedenti, che inserito nell’intero sistema di tassazione nazionale, può ben giustificare la difficoltà degli italiani nel rispettare tutte le scadenze.

Proposte d’intervento

Nello studio presentato dall’Ance configura anche una sezione dedicata alle proposte di intervento mirate a ridurre il peso della pressione fiscale e rafforzare la ripresa del mercato immobiliare. In primis, l’attuazione di alcune forme di detassazione sugli acquisti di nuove abitazioni ad elevato standard energetico, in modo da rafforzare la ripresa degli investimenti nel settore. Seguono anche alcune proposte per la razionalizzazione degli incentivi, privilegiando quelli per il recupero delle abitazioni. Infine, l’ANCI propone una stabilizzazione della prossima local tax per il prossimo triennio, lasciando gli introiti dell’imposta interamente ai Comuni per finanziare altri servizi.

 

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